Delle aree grigie fanno parte svariati distretti industriali. Secondo i dati di Ernst & Young contenuti nel “Libro bianco sul digital divide”, proprio nelle aree grigie si troverebbe il 65% delle imprese del Belpaese. In riferimento allo stato di avanzamento del piano per le aree bianche, avviato nel 2017, è stata poi fornita una puntuale informativa nella quale sono stati evidenziati alcuni rallentamenti nella realizzazione delle opere.
Il CoBUL ha, infine, ha affrontato le questioni relative al completamento degli interventi nelle aree bianche per la Regione Basilicata e il ricorso del Governo in merito alla decisione della Ue di non riconoscere l’Iva nelle aree bianche. Secondo il Rapporto DESI 2019, presentato il mese scorso dalla Commissione europea, il nostro Paese è tra gli ultimi (24esimo su 28) rispetto ai cinque parametri registrati dall’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (Digital Economy and Society Index), ossia connettività capitale umano, uso dei sevizi internet, integrazione delle tecnologia digitali nelle imprese, sevizi pubblici digitali. Le azioni del Comitato Banda Ultra Larga guardano ora ad una nuova emancipazione con un articolato programma per la competitività digitale di tutto il Paese.
“È necessario accelerare la digitalizzazione del Paese, attraverso la realizzazione di una infrastruttura di rete veloce, efficiente e soprattutto accessibile su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud. Con il lancio della seconda fase della Strategia nazionale per la Banda Ultralarga, vogliamo ribadire l’importanza di uno sviluppo tecnologico che si rende necessario per creare finalmente quelle autostrade digitali di cui il Paese ha bisogno ” – ha dichiarato il Ministro per il Sud Barbara Lezzi.
“Nella riunione del COBUL di oggi viene avviato, su impulso del Ministro Di Maio, un percorso sfidante. L’obiettivo è far risalire l’Italia nell’indice Desi, che rileva i progressi compiuti dagli Stati UE, in termini di digitalizzazione, non solo sul fronte delle infrastrutture ma anche in relazione ai servizi digitali per cittadini e imprese, con uno sforzo corale del Paese a tutti i livelli istituzionali”, ha dichiarato Marco Bellezza, Consigliere giuridico del Ministro Di Maio per le comunicazioni e l’innovazione digitale.
“Accogliamo con favore la proposta dei voucher per la connettività lanciata dal CoBUL. Due anni fa eravamo stati i primi a ipotizzarne l’istituzione per sostenere la domanda di servizi ultraveloci nelle aree a fallimento di mercato. Anche se in ritardo, finalmente il MiSE accoglie le nostre sollecitazioni”.
Così Michele Pianetta, a Roma per partecipare alla riunione svoltasi al Ministero dello Sviluppo economico in rappresentanza dell’Anci assieme al vicesegretario generale dell’associazione, Antonella Galdi, e al referente per l’Innovazione, Mauro Savini. “Abbiamo manifestato le preoccupazioni dei territori per i ritardi nella posa della fibra – spiega Pianetta -. In particolare, di fronte ai rallentamenti già denunciati ai tavoli regionali da Open Fiber e Infratel, che rischiano di farci perdere una parte dei contributi stanziati dall’Europa, abbiamo chiesto al governo un impegno deciso. Lo stesso appello lo stiamo rivolgendo alle Regioni e, per loro tramite, alle province affinché vengano superati tutti quegli intoppi burocratici che impediscono di fatto la corsa per lo sviluppo”.
Più critica la posizione delle Regioni: “Sulla partita del digitale siamo colpevolmente indietro e la Banda Ultra Larga, che dovrebbe essere la seconda infrastruttura strategica italiana, rappresenta un investimento troppo importante per la competitività del Paese e servirebbe uno sforzo collegiale ed un’accelerazione per recuperare il ritardo accumulato”, lo ha dichiarato Sebastiano Callari , Assessore della Regione Friuli Venezia Giulia e coordinatore della Commissione Agenda digitale della Conferenza delle Regioni. “La Strategia italiana per la Banda Ultra Larga è ferma per l’assenza di una politica nazionale che creda in questo progetto e che investa le risorse necessarie”, ha rimarcato Callari. Durante il confronto il coordinatore della Commissione Agenda digitale della Conferenza delle Regioni ha fatto più volte riferimento al documento, approvato dalla stessa Conferenza delle Regioni il 3 luglio e subito dopo inviato al Governo.