Raggiunta una virtuosa sinergia tra pubblico e privato per superare il digital divide nel nostro Paese, in coerenza con la strategia nazionale per la diffusione della banda ultralarga, grazie a un accordo tra Infratel Italia e TIM. Lo apprendiamo dal Mise, che esprime massima soddisfazione per questa intesa che consentirà l’accesso alla rete pubblica in fibra ottica realizzata da Infratel in 8 Regioni (Abruzzo, Sardegna, Toscana, Puglia, Calabria, Lazio, Lombardia e Marche) in circa 600 Comuni oggetto dell’intervento con il modello diretto. Verrà accelerato così lo sviluppo delle reti ultrabroadband nelle aree “a fallimento di mercato” escluse in passato dai bandi. In particolare, l’accordo consentirà di attuare una road map da condividere con le Regioni e i Comuni interessati, che si tradurrà in un programma di attivazioni da parte di TIM successive alla consegna della fibra ottica da parte di Infratel. Si avrà, dunque, maggiore certezza sulla tempistica in base alla quale cittadini, Pa e aziende di quei territori potranno fruire di servizi di nuova generazione. Tutto ciò sarà reso possibile da un massiccio acquisto da parte di TIM di infrastrutture di fibra spenta realizzate da Infratel. TIM le utilizzerà, appunto, per portare la BUL nei Comuni individuati dal progetto. Ricordiamo che l’accordo si basa su diritti d’uso quindicennali e si inserisce nell’ambito del “Contratto Quadro per la concessione dei diritti d’uso su fibra ottica e per la fornitura dei servizi accessori”, siglato tra TIM e Infratel nel novembre del 2018. “Il Mise esprime soddisfazione per la firma di un accordo che permette l’attivazione dei servizi di banda ultralarga da parte di un operatore, laddove è stata posta la fibra pubblica finanziata interamente dallo Stato. Cittadini e imprese potranno godere dei benefici dell’alta velocità. L’intervento, che riguarda più di 1 milione di residenti nei 600 Comuni, risolve un’annosa situazione”, ha commentato Marco Bellezza, Consigliere giuridico per le comunicazioni e l’innovazione digitale del Ministro Luigi Di Maio.
Non a caso, nel novembre 2018, alla riunione del Comitato di Indirizzo Infratel, si era preso atto del concreto rischio che, a fronte dello stato di completamento di molti Comuni, con lavori già terminati e collaudati, altri Comuni potessero rimanere “spenti” per il mancato interesse da parte degli operatori. Tale difficoltà è stata ora superata, poiché l’intesa non esclude ad altri operatori l’accesso alla rete pubblica, ma al tempo stesso fissa un cronoprogramma di attivazioni certo sulla base della disponibilità della fibra all’effettivo completamento dei lavori. In parallelo con i negoziati per definire tutti gli aspetti contrattuali è già iniziato il piano di attivazione. Un’accelerazione per quanto riguarda la diffusione massiva dei servizi è prevista quindi già dal 2019 e si completerà nel biennio 2020/2021.