L’Anac scende in campo con le sue proposte di semplificazione di digitalizzazione delle procedure di affidamento, flessibilità nella scelta delle procedure, trasparenza, semplificazione nelle verifiche dei requisiti; per sei mesi utilizzo delle procedure di urgenza nel settori delle manutenzioni, nelle ristrutturazione-costruzione di ospedali e scuole, negli interventi sulla rete viaria, negli approvvigionamenti nel settore sanitario, informatico e dei trasporti. Sono queste le indicazioni che l’Autorità nazionale anticorruzione ha trasmesso al governo in vista dell’emanazione di un intervento normativo di semplificazione in materia di appalti allo scopo di velocizzare le procedure e favorire la ripresa economica.
Per l’Anac è necessario in primo luogo realizzare tempestivamente la previsione, contenuta nel Codice, di una piena digitalizzazione delle gare, che in circa un terzo dei casi sono ancora svolte in modalità cartacea. Se ciò accadesse si realizzerebbero molteplici vantaggi: semplificazioni per la trasparenza, maggior controllo, tutela della concorrenza, garanzia dell’inviolabilità e della segretezza delle offerte, tracciabilità delle operazioni di gara e un continuo monitoraggio dell’appalto, riducendo peraltro al minimo gli errori operativi, con una significativa diminuzione del contenzioso.
Non solo: per l’Anac il ricorso massiccio alla digitalizzazione consentirebbe anche di ottenere consistenti risparmi in termini di tempi e costi (le commissioni di gara potrebbero lavorare a distanza, eliminando la necessità delle sedute pubbliche o limitandone il numero). E’ questa una indicazione già fornita nella delibera 312 con la quale l’Anac, anche durante il lockdown, ha spronato le amministrazioni a non rallentare le procedure di affidamento dei contratti pubblici.
L’Anac propone anche, per sostenere la diffusione delle piattaforme, di mettere gratuitamente a disposizione le tecnologie telematiche e il supporto tecnico, nonché di prevedere politiche di incentivazione legate ai risultati raggiunti e di assumere nuove risorse con competenze specifiche. L’Anac propone di arrivare a un unico corpus normativo sulla trasparenza, contenente le varie norme oggi vigenti sui contratti sparse in più testi (art. 29, dlgs 50/2016; artt. 37 e 42 del dlgs 33/2013; art. 1, commi 15-16, 26, 27 e 32, legge 190/2012).
L’Anac suggerisce di semplificare e ridurre notevolmente i tempi di verifica dei requisiti nei casi in cui l’aggiudicatario di un appalto, entro un intervallo di tempo prestabilito (ad es. 6 mesi), sia già stato esaminato con esito positivo in una procedura di gara. Ciò avverrebbe utilizzando i dati ricavati dall’Avcpass che, anche nei primi mesi del 2020, nonostante il lockdown e la sensibile riduzione osservata nella quantità di appalti avviati, ha consentito di acquisire una significativa quantità di informazioni relative alle procedure di gara e, in particolare, agli operatori economici coinvolti (21 mila operatori economici già nei primi quattro mesi del 2020, ma dal 2015 al 2019 si sono raccolti dati su oltre 90 mila operatori economici).
Inoltre, occorrerebbe prevedere che fino al 31 dicembre le amministrazioni possano ricorrere motivatamente alle procedure di urgenza ed emergenza già consentite dal Codice. I settori che si prestano maggiormente a tali semplificazioni, per dimensione economica o per connessione diretta con attività in grado di far superare la crisi provocata dall’emergenza sanitaria, ad avviso dell’Autorità sono le seguenti: manutenzioni, ristrutturazione-costruzione di ospedali e scuole, interventi sulla rete viaria, approvvigionamenti nel settore sanitario, informatico e dei trasporti. Tratto da Italia Oggi e anticorruzione.it