Il tema è l’ammissibilità di un’istanza di accesso generalizzato ai dati concernenti la salute di soggetti contagiati da COVID-19, sollevato per provvedimenti della Regione Valle d’Aosta. Ad avviso del Garante, la Regione ha giustamente negato parzialmente dati dettagliati come quelli sulla distribuzione dei casi all’interno della Regione, con specifica suddivisione per comune, sesso, età, esito, domicilio, data diagnosi, in quanto la loro conoscenza non avrebbe garantito l’anonimato dei soggetti contagiati ma li avrebbe esposti al rischio di identificazione. Infatti, secondo l’Authority “tenuto conto del contesto e del rischio di re-identificazione delle persone fisiche cui si riferiscono i dati richiesti, alla luce del principio di responsabilizzazione di cui all’art. 5, par. 2 e 24 par. 2 del RGPD, la Regione ha correttamente accordato un accesso civico parziale, volto ad evitare che l’ostensione di dati e informazioni che possono rivelare, anche indirettamente, l’identità di soggetti interessati ed il connesso stato di salute”. Così il Garante per la protezione dei dati personali con il provvedimento 3 settembre 2020, n. 155, titolato “Parere su istanza di accesso civico”.
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COVID-19: GARANZIE DI RISERVATEZZA PER I SOGGETTI CONTAGIATI. CHIARIMENTO DEL GARANTE PRIVACY
- 30 Ottobre 2020
- garante privacy
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