“La leadership dell’Italia nel 5G ci sprona ad andare avanti, passare all’execution mentre proseguono le sperimentazioni di nuovi casi d’uso, e non perdere quel vantaggio competitivo che anche l’Indice europeo Desi ci ha riconosciuto”. Lo ha affermato Mirella Liuzzi, sottosegretario al Mise con delega alle Telecomunicazioni e al 5G nel suo intervento all’edizione di fine anno di Telco per l’Italia. “L’Italia ha già assegnato le frequenze, siamo primi per i bandi assegnati e gli use case sviluppati e questo ci responsabilizza come Paese a fare sempre meglio”, ha detto Liuzzi.
Tante le sperimentazioni e i casi d’uso testati così come gli attori scesi in campo (quasi 120), tra grandi realtà industriali, piccole imprese e centri di ricerca. Ora il governo italiano è deciso ad accelerare l’execution, preservando la leadership acquisita ma, soprattutto, offrendo rapidamente servizi a imprese e cittadini per il rilancio economico.
Liuzzi ha sottolineato il binomio vincente digitale-green: i progetti che offrono vantaggi sia in termini di trasformazione digitale sia di sostenibilità ambientale sono al centro di Next Generation Eu. Il piano europeo prevede un 20% di risorse da impiegare nella transizione digitale; se si sommano i progetti per la transizione “verde” le risorse salgono al 56% del piano. Per Liuzzi è un’occasione da non mancare: “Digitale più green sono volano di sviluppo e si possono intersecare tra di loro. Ora stiamo cercando di entrare nel vivo dei progetti e dello stanziamento di questi fondi”.
Manifattura e salute al centro degli use case
Le tante sperimentazioni condotte i in Italia con quasi 120 attori coinvolti “hanno toccato numerosi verticali, in particolare manifattura, industria e agricoltura, che rappresentano 16 use case“, ha affermato Liuzzi. “Il secondo verticale per numero di casi d’uso è quello della salute; terzo è il segmento istruzione, patrimonio culturale e media. Seguono energia, smart grid, smart city, trasporti e infrastrutture intelligenti, anche se queste ultimi dovrebbero conoscere una rinnovata crescita, soprattutto per l’alto rischio idrogeologico che presenta il nostro Paese”, ha osservato il sottosegretario. A questo proposito Liuzzi ha citato il progetto Tim-Vodafone che si è aggiudicato il bando Mise per il monitoraggio delle infrastrutture stradali e la smart mobility a Genova.
Un piano di comunicazione sui vantaggi del 5G
La pandemia di Covid-19 ha dato un ulteriore sprint al lavoro dell’Italia sul 5G. Con il DL Cura Italia dello scorso marzo il governo ha riconosciuto il ruolo strategico delle infrastrutture di telecomunicazioni e da qui sono seguite una serie di azioni concrete che hanno permesso di accelerare i lavori. In particolare, l’art. 38 del decreto ha fornito regole esatte ai Comuni (di concerto con l’Anci) per le installazioni di impianti 5G, superando frammentazioni e scongiurando rallentamenti.
Tuttavia, quel che manca ancora è una piena consapevolezza dei vantaggi del 5G. Liuzzi ha citato gli ultimi dati dell’Osservatorio 5G del Politecnico di Milano: dal sondaggio su 328 aziende end user e 222 imprese Ict emerge che l’80% delle aziende che in futuro utilizzeranno i servizi abilitati da questa tecnologia non ne conosce o non ne vede, al momento, i vantaggi. Più nel dettaglio, il 41% è incerto, ne percepisce l’impatto ma non sa se la propria realtà sarà coinvolta; il 26% non conosce il tema e non è consapevole delle implicazioni di business del 5G; il 5% è scettico. Particolarmente indietro le piccole e medie imprese. Per questo “Il Mise ha pronto per il 2021 un piano di comunicazione rivolto sia alle Pmi che alla Pubblica amministrazione”, ha annunciato Liuzzi.
Avanti con il Programma tecnologie emergenti
Inoltre, “entro la fine dell’anno e l’inizio dell’anno prossimo il Mise renderà noti gli ulteriori vincitori del bando sul Programma di supporto allo sviluppo di tecnologie emergenti 5G; questo permetterà di fare ancora sperimentazione, sviluppare use case e assicurare un contatto diretto col territorio”, ha evidenziato il sottosegretario. Le attività già finanziate, che includono progetti per la gestione dei servizi pubblici, le smart city e la mobilità, sono pronte a entrare nel vivo.
Tra i progetti che già si sono aggiudicati il bando del Mise sulle tecnologie emergenti c’è Moni5G–Smart Sardegna dell’Università degli Studi di Cagliari/Cnit, che ha l’obiettivo di trasformare la Sardegna in un vero e proprio laboratorio di innovazioni sperimentando lo sviluppo di applicazioni intelligenti per la smart city abilitate dal 5G Fwa (Fixed wireless access).
Intanto a L’Aquila, tra le prime città coinvolte, nel 2017, nella sperimentazione 5G, è in corso il roll-out della nuova infrastruttura e nel 2021 si prevede l’attivazione di servizi in aree specifiche, tra cui smart city, agricoltura di precisione e monitoraggio degli edifici.
da corrierecomunicazioni.it, di Patrizia Licata