Il Recovery Plan prevederà risorse pubbliche per spingere l’infrastrutturazione in banda ultralarga fissa e 5G. Non è ancora chiaro se il documento che sarà messo a punto dal Governo Draghi andrà in direzione di un rafforzamento dei fondi rispetto alla versione Conte – così come auspicato in particolare dall’Asstel, l’associazione che rappresenta le principali telco del Paese, secondo cui sono necessari almeno 10 miliardi. Il ministro alla Transizione digitale Vittorio Colao – intervenendo alla presentazione dell’analisi dell’Alleanza Italia per lo Sviluppo sostenibile – ha detto chiaramente che “una delle priorità devono essere le reti a banda larga”. “Stiamo lasciando dietro parti di paese: quando si legge che in alcune parti d’Italia il 90% delle scuole sono connesse e in altre il 60% vuol dire che in alcune zone stiamo escludendo uno studente su tre e i dati ci dicono che in 12 settimane si crea il gap formativo. Per me è inaccettabile”.
Il ministro ha anche annunciato che “stiamo rivedendo i piani, forse dovremo spendere più di quanto è stato previsto ma lo dobbiamo fare, non possiamo permetterci di sprecare tempo, non possiamo permetterci di avere danni a causa del ritardo su banda larga e capacità di accesso”
Quel che è certo però è che per capire dove e come destinare le risorse bisognerà fare i conti con due questioni fondamentali: la mappatura del territorio e la normativa sugli aiuti di Stato.
La Commissione europea ha avviato lo scorso settembre una consultazione pubblica – che si è conclusa lo scorso 5 gennaio – per capire come aggiornare le regole proprio in considerazione della spinta all’infrastrutturazione sancita dal Next Generation Eu. In attesa di una decisione europea in materia – attesa per la seconda metà del 2021 – in Italia le cose stanno così: il “censimento” sulle aree bianche è fermo al 2015, quindi non è chiara la situazione ad oggi a seguito del Piano portato avanti da Open Fiber ma anche degli interventi di Tim e delle attivazioni degli operatori Fwa, come Linkem ed Eolo.
La partita più importante si giocherà sulle aree grigie, quelle dove si concentra la maggior parte delle imprese e dei distretti produttivi italiani. La mappatura è stata fatta di recente in vista dell’avvio del nuovo bando – pubblichiamo il documento di sintesi del MiSE –, nel cassetto del Cobul da qualche mese in attesa proprio di capire quanti fondi saranno a disposizione nell’ambito del Recovery Plan. Ma bisognerà incrociare i dati con quelli delle aree bianche per un’effettiva comprensione della situazione. Inoltre sarebbe auspicabile anche una ricognizione puntuale nelle aree nere, le città per intenderci, dove è in atto una forte domanda di connessioni in fibra e ad altissima velocità ma in cui non sempre è possibile soddisfare la clientela a causa degli armadi pieni e persino dell’impossibilità di effettuare scavi in aree sottoposte a tutela architettonica per non parlare delle impasse burocratiche, altro dossier scottante e solo in parte risolto grazie alle misure introdotte dal Decreto Semplificazioni. E a proposito di semplificazioni Colao ha puntualizzato che “la cosa più importante è accettare di cambiare, di semplificare e di accelerare le riforme”. “Lavoriamo a una visione al 2030″ ed è importante si facciano rientrare priorità in una visione ma la cosa più importante è fare”.
Tornando alla banda ultralarga, quante sono le aree bianche all’interno delle città? È una domanda importante da porsi e a cui dare risposta se non si vuole rischiare, di qui a un futuro prossimo di ritrovarsi in una situazione paradossale: paesini e borghi interamente cablati e città groviera dove in alcuni civici arriva appena l’Adsl “basic”.
Poi ci sarà da giocare anche la partita 5G: i fondi pubblici, stando alla normativa sugli aiuti di Stato, potranno essere destinati solo alle aree i cui gli operatori di Tlc aggiudicatari delle frequenze messe in gara a suo tempo, non prevedono copertura. Si tratta di una minima porzione del territorio nazionale ma comunque da non sottovalutare per evitare nuovi gap. da corrierecomunicazioni.it, di Mila Fiordalisi