Si e’ aperta a Bologna la due giorni dell’Assemblea nazionale di Ali, con oltre 300 fra sindaci e amministratori locali. Al centro dell’assemblea le risorse del Recovery Plan, il Pnrr, la sfida della velocita e il ruolo sempre più centrale e fondamentale dei sindaci.
Tra i temi piu’ importanti della due giorni anche il rapporto tra gli amministratori e la giustizia. La relazione del sindaco di Pesaro e’ iniziata dopo gli interventi della sindaca di Crema Stefania Bonaldi (indagata perche’ un bambino si e’ schiacciato un dito in una porta all’asilo) e dell’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti (arrestato nel 2016 con l’accusa di turbata liberta’ degli incanti, assolto quest’anno in secondo grado e accolto dall’assemblea tutta in piedi).
“Via la Severino”, perché una persona “è colpevole dopo il terzo grado di giudizio”. Inoltre, “l’attuale abuso d’ufficio va abrogato o modificato”. Il sindaco di Pesaro e presidente Ali, Matteo Ricci, invita dall’assemblea nazionale in corso a Bologna a “rimettere al centro il garantismo”, superando una “cultura deleteria per il nostro paese”. All’assemblea di Bologna hanno preso la parola prima di Ricci la sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, e l’ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti, due casi esemplari dei rischi che i sindaci corrono dal punto di vista giudiziario. “Spero che la riforma della giustizia affronti il tema”, tira le somme poi Ricci. “Non chiediamo l’immunità e neanche l’aumento della indennità- sottolinea- lo abbiamo fatto per i piccoli Comuni, quello che chiediamo è serenità. Vogliamo essere sereni nel momento della decisione, non vogliamo rischiare per ogni atto che firmiamo, né dal punto di vista penale né dal punto di vista erariale”. Su questi temi Ali aderisce alla manifestazione organizzata dall’Anci per il 7 luglio. Ma Ricci parla anche di sindaci “discriminati” ad esempio nelle candidature per il Parlamento. “Siamo un po’ stanchi delle pacche sulle spalle e poi non cambia nulla. La norma sulla incandidabilità dei sindaci è incostituzionale- taglia corto Ricci-. Perché dobbiamo dimetterci sei mesi prima per candidarci al Parlamento e gli altri no?”. Una norma dunque da cambiare, “altrimenti vuol dire che il Parlamento ha paura dei sindaci, vuole dire che in questo momento non è rappresentativo del popolo italiano”.
Non c’è rinascita senza il coinvolgimento dei sindaci. Lo dice chiaramente il primo cittadino di Bologna Virginio Merola, aprendo stamane l’assemblea nazionale Ali in corso in un albergo bolognese. “Non si fa questo Pnrr senza un ruolo attivo delle comunità locali. Lo dirò fino ad ottobre, quando scado: non si capisce perchè non ci sia una agenda urbana dove i sindaci possano interloquire sulla programmazione degli investimenti”, dice il sindaco di Bologna nel suo saluto introduttivo. Il tallone d’achille, sottolinea Merola, “non sono i sindaci, ma uno stato che continua ad essere centralistico e non avere conoscenza di quali sono i problemi delle autonomia locali”. Il punto è il coinvolgimento nei primi cittadini nella programmazione delle risorse europee, a partire dal Pnrr.”Abbiamo vissuto anni di ritorno del centralismo e di tagli ai trasferimenti- scandisce Merola- lo scarto tra il fatto che siamo eletti direttamente dai cittadini e i nostri effettivi poteri comincia ad essere un tema urgentissimo da affrontare, soprattutto perchè vogliamo contribuire alla ripresa del nostro paese”. Ma questo “non è possibile se non c’è un luogo di confronto nazionale per condividere gli investimenti di Next generation Eu. Qualche passo avanti si è fatto, ma pensare che si ricostruisca questo paese senza il coinvolgimento dei Comuni significa non avere idea della realtà di questo paese”. Merola, citando anche il dibattito sul federalismo, non risparmia nemmeno le Regioni: in questi anni secondo il sindaco uscente, “il centralismo delle Regioni si è aggiunto a quello dello Stato”. Inoltre, rileva ancora il sindaco dal palco di Ali, “la nostra finanza non è più autonoma, ormai viviamo di finanza derivata. In cambio dell’Imu non ci è stato dato nulla e viviamo ogni anno in attesa dei provvedimenti del Governo”.
Sul rapporto tra amministratori e giustizia ritorna anche la Sindaca di Crema Stefania Bonaldi che nel suo intervento afferma che occorrono pene severe per i reati contro la PA, ma il punto è estendere le tutele giuridiche dei sindaci, circoscrivere le responsabilità oggettive e avere una visione equilibrata dei fatti e del giudizio. Certamente noi amministratori facciamo anche autocritica ed è vero che a volte manca una cultura amministrativa adeguata- ha concluso la Sindaca- come è vero che rispondere solo degli atti politico amministrativi non significa legittimare incompetenza.
Simone Uggetti ex Sindaco di Lodi sempre in tema di responsabilità dei Sindaci evidenzia che deve essere desiderabile socialmente fare il sindaco e l’amministratore pubblico. Gli stipendi non sono in linea con gli impegni e le responsabilità e una serie di leggi tipo la Severino interessano solo ed esclusivamente i sindaci. Non si possono scaricare sui sindaci le tensioni di una classe politica che non ha la capacità di riformarsi. Fare il sindaco di un comune di 3000 abitanti – ha concluso Uggetti- oggi vuol dire fare il volontario civico.