L’asilo nido è uno dei servizi in cui storicamente si registrano le maggiori disparità, tra nord e sud e tra piccoli e grandi comuni.
L’estensione della rete di asili nido sul territorio ha un valore strategico, per diverse ragioni.
Estendere i servizi prima infanzia è strategico per il paese.
La prima riguarda gli effetti educativi di lungo periodo di questo tipo di offerta formativa. È ormai acquisito nella letteratura come i primi 1.000 giorni di vita del bambino siano quelli più determinanti per il suo sviluppo successivo. È proprio in questa fase infatti che si gettano le basi di tutti gli apprendimenti successivi.
In secondo luogo, il nido rappresenta anche una delle primissime occasioni di socialità per i minori al di fuori della famiglia di origine. Un’opportunità di crescita attraverso il gioco, a contatto con coetanei e educatori.
Inoltre non va sottovalutato il ruolo che l’estensione dei servizi per la prima infanzia riveste nella conciliazione dei tempi familiari con quelli lavorativi. Ciò può rappresentare anche un forte supporto all’occupazione femminile: è infatti soprattutto sulle donne che, per stereotipi sociali, ricadono più spesso i compiti di cura del minore e le attività domestiche.
Motivazioni che portano a un’estensione progressiva della rete di asili nido. Un servizio che, rispetto ad altri, mostra una notevole disomogeneità sul territorio nazionale. In cosa consistono tali divari, mentre tra gli scopi del sistema di federalismo fiscale – attraverso la recente introduzione degli obiettivi di servizio – c’è la riduzione di queste disuguaglianze.
Condividiamo il link di un focus di Openpolis sulla situazione attuale e sulle recenti modifiche metodologiche nella perequazione delle risorse in questo ambito: https://www.openpolis.it/i-divari-sugli-asili-nido-banco-di-prova-del-federalismo-fiscale/