Si è svolta oggi a L’Aquila l’assemblea regionale di ALI Abruzzo. All’iniziativa sono intervenuti il Presidente nazionale di Ali, Matteo Ricci, e sindaci provenienti da tutta la Regione. Tra i temi affrontati la necessità di un rafforzare un soggetto di raccordo e coordinamento dei sindaci, anche al fine di affrontare al meglio le opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e, di impostare politiche a livello territoriale.
Nel corso dell’assemblea è stato riconfermato Presidente Regionale dell’associazione Giacomo Carnicelli del Comune di Tornimparte ed è stato votato il nuovo Direttore Alessandro Paglia, del Comune di Opi. I Sindaci intervenuti hanno rappresentato la volontà di fare fronte comune di fronte alle criticità del territorio e di lavorare su tematiche concrete per dare risposte ai cittadini e ai Comuni, che sono i soggetti più vicini alle persone e che negli ultimi anni hanno svolto un ruolo fondamentale per tenere unito il tessuto sociale a partire dalla risposta alla crisi economica e sanitaria. L’associazione si pone l’obiettivo di raggiungere velocemente i 100 comuni aderenti in Abruzzo, così da rappresentare in modo adeguato le istanze del territorio sia in sede regionale e nazionale sia europea. “Stiamo raccogliendo molto interesse”, dichiara il presidente Giacomo Carnicelli “lavoriamo alle adesioni, l’appuntamento è in autunno per definire gli organi e le cariche così da includere i nuovi comuni che stanno entrando nella nostra rete”.
Il Presidente Ali Matteo Ricci, dopo aver espresso soddisfazione per la riconferma di Carnicelli e per la scelta del nuovo direttore Paglia e l’augurio a entrambi di buon lavoro, nel suo intervento all’assemblea ha parlato delle forti preoccupazioni dei sindaci legate al tema del Pnrr, sia per l’inflazione e il caro prezzi che rischiano di non far partire i cantieri, sia per il Bonus 110 che sposta le aziende sull’edilizia privata perché più conveniente. «Oggi evidenziamo un problema enorme – ha spiegato Ricci -, quello degli investimenti. I comuni stanno riscontrando tante difficoltà, l’aumento del costo delle materie prime fa scappare le imprese perché non vedono margini ma rischi. Serve dunque un fondo strutturale molto più grande di quello del Dl Aiuti per finire i lavori pubblici». Il Bonus 110 poi rafforza l’inflazione e diventa l’incentivo per spostare le imprese verso l’ecobonus e non sugli investimenti pubblici: «se oggi il 110 diventasse 90 o 80 – ha sottolineato Ricci – avrebbe lo stesso effetto sull’impresa privata e avremmo imprese per gli investimenti pubblici.
La nostra proposta non è quella di chiedere di rivedere il Pnrr. Non si tratta di cambiare le 6 missioni ma di prendere atto che c’è un problema di sovraccosti legato all’inflazione e far passare un concetto: facciamo qualcosina in meno per poterla finire. Se vogliamo evitare lo scostamento di bilancio usiamo un pezzo del Pnrr a prestito per fare il Pnrr».