ll check up di inizio anno avviato dal governo sulle scadenze del Pnrr coinvolge in pieno anche i Comuni. Il caso più eclatante, presentato dall’Anci nella documentazione delle ultime riunioni con il governo, è quello relativo alla realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti. Per i sindaci, la posizione resta quella assunta mesi fa, nei progetti comunali la ridiscussione del Piano su cui si è impegnato il governo non deve riguardare il contenuto dei progetti, ma alcune scadenze che incontrano una fase più lunga e complicata del previsto.
Problemi simili, ricostruisce “Il Sole 24 Ore” in un articolo di Gianni trovati, si incontrano nell’investimento sul verde urbano, che entro il 2026 dovrebbe portare 6,6 milioni di nuovi alberi nelle Città metropolitane. La prima scadenza, con la piantumazione di 1,6
milioni di alberi entro fine 2022, è stata raggiunta con più di un affanno, perché le convenzioni sono state firmate solo a novembre e sulla posa effettiva degli alberi non esistono dati certi. Per evitare nuovi inciampi, la proposta dei Comuni è quella di accorpare i termini dei prossimi due anni per avere un orizzonte un po’ più gestibile. In particolare, l’Anci torna a chiedere la possibilità per i Comuni non capoluogo di procedere autonomamente senza passare necessariamente dalle centrali di committenza, un innalzamento della soglia da 139mila a 215mila euro per gli affidamenti diretti su progettazione e servizi tecnici nell’edilizia scolastica e un’estensione a tutto campo del silenzio assenso a 30 giorni per autorizzazioni, pareri e nulla osta anche in campo paesaggistico e
ambientale.
da osservatoriorecovery.it
Rifiuti, verde urbano, asili e scuole. Termini a rischio del Pnrr per i comuni, da ‘Il Sole 24 Ore’