ALLEANZA CONTRO LA POVERTÀ SCRIVE A CONTE: “I COMUNI DEVONO ESSERE MESSI NELLE CONDIZIONI DI AFFRONTARE LA FASE 2”

Le proposte al Governo dell’Alleanza contro la povertà. Scarica la lettera dell’Alleanza contro la Povertà. 

ALI è parte dell’Alleanza contro la povertà, quale associazione fondatrice e sostiene le proposte rivolte al Governo che rappresentano le idee di tante forze rappresentative e di mondi vitali. Comuni e Ambiti Sociali Territoriali vanno messi nelle condizioni di poter fare un ulteriore salto di qualità per affrontare la cosiddetta Fase2. Ecco le proposte avanzate dall’Alleanza in una nota inviata al presidente del consiglio Conte.

  1. Anticipare le risorse per il Fondo nazionale per le Politiche Sociali, la Non Autosufficienza e il Contrasto alla Povertà, unitamente al Fondo Infanzia e Adolescenza che andrebbe tra l’altro ampliato oltre le città riservatarie della L.285/97. Così come bisogna pensare alle risorse assegnate agli Ambiti Territoriali con il PAIS1/2019, garantendo i fondi per dare continuità almeno ai livelli occupazionali esistenti e che hanno garantito livelli di continuità dei servizi su cui non si può tornare indietro.
  2. Individuare una misura equa di sostegno al reddito che intercetti tutti coloro che sono esclusi da ammortizzatori sociali e reddito di cittadinanza.
  3. Queste misure e risorse, assieme a degli stanziamenti aggiuntivi che dovrebbero essere almeno pari al 50% dell’attuale Fondo nazionale, devono rinforzare definitivamente le strutture del servizio sociale territoriale: servono professionisti che non siano contratti a termine e vincolati sistematicamente in turnover, perché possano essere riferimenti per i territori e per le persone e personale amministrativo. Un tagliando alla Legge Madia sulle stabilizzazioni del personale promanante da pubbliche selezioni e confinato alle professioni sociali, sarebbe una bella notizia per il Paese che potrebbe contrare su un organico stabile in tempi di particolare fragilità sociale.
  4. La legislazione emergenziale deve considerare le politiche sociali al pari di quelle sanitarie, che compongono complessivamente le politiche di Welfare del nostro Paese. Servono dei livelli essenziali, almeno organizzativi, che aspettiamo da oltre 20 anni per dire a tutti i cittadini italiani che sono veramente uguali. In tutto il Paese almeno un assistente sociale ogni 3500 abitanti, come nelle regioni più sensibili, accompagnati in equipe multi professionale dagli altri operatori. Insieme, non si può dimenticare l’importantissimo mondo del Terzo Settore. I soggetti della società civile devono essere sostenuti col credito e con le garanzie al credito affinché siano in grado di affrontare i cambiamenti e sostenere l’occupazione. Anche il mondo del volontariato necessita di strumenti di sostegno finanziario, perché il loro lavoro possa essere svolto.
  5. Il Terzo Settore richiede inoltre di essere un vero soggetto che opera nel solco della sussidiarietà orizzontale, contribuendo a co-progettare le politiche e non soltanto a sostituirsi allo Stato nei periodi emergenziali. Con queste proposte, che chi conosce i territori sa bene quanto siano concretamente importanti, un largo schieramento di attori diversi da al Governo, ancora una volta, una disponibilità, dovuta, che crediamo preziosa.
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