ISPETTORATO DEL LAVORO: IN UN ANNO 37 MILA NEO MAMME E 14 MILA PAPÀ SI SONO DIMESSI

L’ispettorato del lavoro ha diffuso le informazioni sulle convalide di dimissioni e risoluzioni consensuali di madri e padri. Sono 37.611 le lavoratrici neo-mamme che si sono dimesse nel corso del 2019. I papà che hanno lasciato il posto sono invece stati 13.947. Il Rapporto evidenzia che sono stati emessi 51.558 provvedimenti, con un “leggero” incremento sull’anno prima (+4%). La maggior parte dei quali riguarda le madri.

I dati diffusi negli  scorsi giorni completano il quadro di un Paese che già dal 2008  ha un bilancio tra nascite e morti fortemente negativo e che nel 2019 ha registrato il dato più basso dal 1918 con  435mila nascite a fronte di 647mila decessi.  La questione centrale è che nel 2020 il lavoro resta una cosa da uomini e il caregiving riguarda principalmente le donne e soprattutto quelle più giovani che hanno un carico di cura maggiore dovendosi dividere tra gli aiuti forniti ai figli e quelli forniti ai genitori anziani. La fase emergenziale che stiamo vivendo non ha fatto altro che accentuare il peso che grava sulle donne.

Varie analisi e studi si stanno focalizzando sugli effetti dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 sul lavoro e sui tempi di vita. Quale impatto ha avuto sulla condizione femminile lo smart working, quale dimensione il rientro al lavoro (più uomini o più donne?) e la perdita del lavoro ( più uomini o più donne?).

Il lavoro è la questione centrale  su cui si misura la piena realizzazione dei diritti fondamentali delle persone ed è uno strumento indispensabile per poter raggiungere la parità tra le donne e gli uomini. L’art. 1 della Costituzione recita che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e vale per realizzare cittadinanza piena. I dati allarmanti dimostrano che la genitorialità è ancora una scelta alternativa a quella del lavoro ed è inaccettabile! 

Nel mondo attuale dove le opportunità lavorative sono spesso lontane dai luoghi domestici” sostiene l’avvocato Catizone, Direttrice del Dipartimento Pari Opportunità di Ali-Lega Autonomie,  “e dunque i nonni non possono sostituire l’assenza di servizi per l’infanzia e l’adolescenza  bisognerebbe rispondere a domande fondamentali: come assicurare che le donne che percepiscono stipendi medio bassi possano essere messe nelle condizioni di poter liberamente conciliare la vita lavorativa con quella familiare in condivisione dei carichi familiari con i padri?  Come si evitano situazioni in cui le madri siano costrette a rinunciare alla loro realizzazione professionale in seguito alla nascita del primo figlio o ancora rinunciano di cercare un lavoro perché sanno che lo perderanno in occasione della scelta di maternità?

La parità e le politiche per le pari opportunità devono andare oltre i numeri e incidere sui contenuti della politica, delle politiche sociali e socio-sanitarie, della protezione sociale delle donne nel mondo del lavoro, dell’occupazione femminile.

“ALI attraverso il Dipartimento Pari opportunità è in prima linea su questi temi che devono affermare in tutto il territorio nazionale i principi delle Pari Opportunità  e la costruzione di un welfare di comunità che sia attento ai bisogni sociali e promuova percorsi di inclusione sociale e lavorativa” conclude Andrea Catizone.

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