«IMMUNI» SCARICATA DA 4,2 MILIONI DI CITTADINI ITALIANI DOPO UN MESE DA DEBUTTO

Sembrava l’arma più affilata e anche sofisticata per arginare la diffusione del Covid. Ma a poco più di un mese dalla sua operatività a livello nazionale, scattata lo scorso 15 giugno, l’app italiana «Immuni» www.immuni.italia.it/ nata per far decollare il contact tracing procede a rilento. Finora è stata scaricata solo da 4,2 milioni di italiani. Nei giorni del suo debutto l’obiettivo iniziale posto dal Governo era di arrivare almeno al 50-60% di download: in pratica circa 20-25 milioni di italiani. Questo perché non va considerata tutta la popolazione visto che la app comunque non è scaricabile dagli under 14.

La ministra dell’Innovazione Paola Pisano ha più volte ribadito che servono più download possibili. Ma fino a quanto si può abbassare l’asticella per avere una certa efficacia della app? Uno studio pubblicato dal «Big Data Institute di Oxford» sottolinea come per poter registrare un effetto concreto sulla curva dei contagi le app di tracciamento, come Immuni, dovrebbero essere scaricate da almeno il 20% della popolazione. Facendo qualche proporzione, in Italia vuol dire che circa 10 milioni di persone dovrebbero avere la app sul loro smartphone. Altrimenti sarebbe inutile. Oggi ce l’hanno neanche la metà.

Il mezzo flop della app però non vede l’Italia da sola. Meglio di noi in Europa fa solo la Germania dove gli ultimi numeri sui download della «Corona-Warn-App» – così si chiama l’applicazione – parla di 14 milioni di tedeschi che ce l’hanno nello smartphone. Anche se va tenuto conto che i tedeschi sono oltre 80 milioni. Va peggio di noi in Francia dove la app di tracciamento anti-Covid sarebbe stata scaricata solo da poco più di 2 milioni di francesi.

A frenare i download in Italia e anche all’estero – nella tecnologica Corea alla fine la app è stata scaricata da un coreano su quattro – c’è la diffidenza di molti cittadini preoccupati di essere “controllati”: in realtà la app notifica eventuali contatti con casi positivi, ma si tratta di notifiche che restano anonime. E comunque non c’è l’obbligo per chi li riceve di “autodenunciarsi” all’Asl. Anche se ovviamente sarebbe auspicabile. Proprio per favorire la sua diffusione nei prossimi giorni dovrebbe partire una nuova campagna di informazione del Governo sulla app Immuni.

Intanto la settimana scorsa la Commissione Ue ha presentato la strategia per prepararsi alla temuta seconda ondata del Covid. E tra i punti essenziali c’è l’indicazione di garantire l’interoperabilità delle applicazioni mobili di tracciamento e di allerta oltre i confini nazionali. Purtroppo però il tutto varrà solo tra pochi Paesi. E cioè solo tra quelli che hanno aderito allo stesso modello scelto da Immuni, definito “decentralizzato” e promosso da un’alleanza tra Google e Apple. Come Germania e Belgio.

da “Il Sole 24 Ore”

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