CODICE DELLA STRADA. AGLI AUSILIARI POTERE DI MULTA ANCHE NELLE ZONE ZTL

Nella conversione in legge del decreto Semplificazioni (Dl 76/2020) spunta ciò che non si riusciva a fare da due legislature: una mini-riforma del Codice della strada. Che fa cadere dopo 18 anni il tabù dei controlli automatici di velocità sulle strade urbane e regala ai Comuni campo libero sulle multe per divieto di sosta con gli ausiliari e per gli ingressi non autorizzati nelle Ztl (zone a traffico limitato), con rischi di abusi e situazioni pericolose. Tra le tante novità, anche il via libera ai ciclisti sul contromano in alcune situazioni e una parziale retromarcia sulle misure contro i “furbetti” della targa estera. Non si è invece voluto mantenere la pluriennale promessa di un inasprimento delle sanzioni per chi usa il cellulare con le mani durante la guida. Sul fronte autovelox, in sostanza cade il divieto di utilizzare sulle strade urbane postazioni permanenti automatizzate per accertare da remoto gli eccessi di velocità. Dal 2002 gli unici controlli automatici consentiti nei centri abitati riguardavano le strade urbane di scorrimento (viali a carreggiate separate con semafori a tutti gli eventuali incroci, su cui il limite può essere alzato fino a 70). Ora si aggiungono le altre strade urbane, che così a questi fini vengono equiparate a tutto il resto della viabilità ordinaria. Quindi l’installazione delle postazioni automatiche resta subordinata all’ ok della Prefettura sulla base di un’istruttoria su incidentalità e caratteristiche della strada svolta dalla Polizia stradale. Si creano dunque le condizioni per aumentare la sicurezza nei centri abitati, ambito dove si è fatta più fatica a ridurre la mortalità. Premessa necessaria per l’impulso alla mobilità “dolce” che s’ intende dare incentivando la circolazione di bici, monopattini e simili (anche giocando sull’illusione che possano sostituire i mezzi pubblici a capienza ridotta causa Covid). Proprio sul fronte bici, vengono introdotte le «strade urbane ciclabili», con limite di velocità a 30 km/h e priorità a questi mezzi: chi guida gli altri veicoli dovrà dare la precedenza ai ciclisti che transitano o si immettono (anche da luoghi privati) su queste strade e dovrà usare particolari cautele nel sorpassarli. Precisata (anche se in modo opinabile) la nozione di «corsia ciclabile» introdotta in primavera: la sua percorribilità anche da parte degli altri veicoli è limitata ai punti dove non c’ è spazio. Incentivato il contromano oggi diffuso ma vietato: per “ospitarlo” ci potranno essere corsie ciclabili sulla sinistra delle strade a senso unico. Contromano autorizzabile dal sindaco anche sulle strade urbane con limite di velocità fino a 30 km/h o in parti di Ztl. Dove è consentito il doppio senso ciclabile, se l’incrocio tra i due sensi di marcia non è agevole, tutti dovranno dare la precedenza alle bici. Da capire come si riuscirà ad applicare queste norme senza far ulteriormente aumentare la guida pericolosa anche dei

  • ciclisti e se priorità e contromano riguarderanno anche i monopattini elettrici, che in generale dal 2019 sono equiparati proprio alle bici. Sempre nelle città, colpo di spugna sulle garanzie contro le multe troppo facili a chi entra nelle Ztl: aboliti il Dlgs 250/1999, che riservare al ministero delle Infrastrutture l’approvazione sulla scelta e il posizionamento di tutti i sistemi di telecamere usati per rilevare le infrazioni. Un “liberi tutti” che sgrava uffici del Mit in difficoltà, ma che apre la strada ai Comuni più “disinvolti”. Che tendono a usare segnaletica ingannevole e varchi piazzati in modo da punire anche chi si accorge di essere sulla strada sbagliata senza dargli una via di fuga. Si potrà ora aggiungere l’uso di telecamere con prestazioni insufficienti a garantire la corretta individuazione del veicolo del trasgressore. Aumentati i poteri degli ausiliari della sosta, cui si aggiungono i dipendenti delle aziende di raccolta rifiuti per le infrazioni che intralciano la loro attività.

da “Il Sole 24 Ore”

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