Agenda 2030: l’Italia e il Goal 9. Il rapporto dell’ASviS: necessaria la digitalizzazione per ogni settore produttivo

Le politiche per il Goal 9: a che punto siamo

I provvedimenti legislativi del 2020 hanno posto le premesse per un cambio di paradigma nella direzione della trasformazione digitale del sistema socioeconomico nazionale, del Green new deal italiano, degli incentivi per Impresa 4.0 e l’economia circolare, dell’impegno per la mobilità sostenibile e l’innovazione sociale. Si è inoltre determinato un alleggerimento burocratico-amministrativo a favore delle Pmi, della realizzazione di nuove infrastrutture e della manutenzione di quelle esistenti.

Il Rapporto ASviS 2020, nel focus dedicato al Goal 9 (Imprese, innovazione, infrastrutture), sottolinea il cambio di passo mostrato nelle politiche nazionali, accelerato in particolare durante gli ultimi mesi a causa dell’emergenza Covid-19. Nello specifico, si segnalano gli interventi avvenuti nelle seguenti aree:

  • Innovazione e digitalizzazione dei processi produttivi economici e sociali. L’attività legislativa ha favorito un percorso di apertura a strumenti innovativi, dimostrando una buona capacità di reazione da parte delle amministrazioni pubbliche e private, che sarebbe potuta avvenire prima e in un contesto non emergenziale. L’auspicio è dunque che, tramite una legislazione più accurata e una consapevolezza accresciuta, si avviino azioni volte a maggiori investimenti orientati all’innovazione.
  • Infrastrutture e trasporti stradali. Il crollo del viadotto di Genova ha portato alla luce gravi carenze di monitoraggio e manutenzione sull’intera rete autostradale che, a causa del deterioramento dei materiali, delle variazioni termiche, dei fenomeni meteorologici e dell’aumento dei carichi di traffico si sta deteriorando a ritmi più accelerati di quelli previsti in fase di progettazione. Ciononostante, non sono intervenute modifiche di rilievo a favore della manutenzione predittiva, mentre andrebbero identificati progetti e finanziamenti specifici per il monitoraggio e la messa in sicurezza di infrastrutture, scuole ed edifici basati su Ict/intelligenza artificiale che minimizzino i rischi di crolli ed eventi distruttivi. Le norme presenti nei Decreti (“Rilancio” e “Semplificazione”) sono di particolare importanza per la costruzione di un’infrastruttura resiliente, in quanto prevedono importanti semplificazioni della normativa vigente.
  • Mobilità sostenibile. È stato introdotto il Buono mobilità per la rottamazione dei veicoli inquinanti e l’acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico locale e regionale. Da menzionare è anche l’importante stanziamento a favore di province e città metropolitane per la manutenzione straordinaria della rete viaria.
  • Infrastrutture aeroportuali. L’Italia pre-Covid stava registrando una mobilità extra-europea in crescita, anche grazie agli investimenti di ammodernamento degli aeroporti per 4,2 miliardi nel quinquennio 2016-2020, finanziati quasi totalmente dagli stessi gestori. Occorre quindi agire rapidamente per controbilanciare la situazione di sostanziale stallo delle attività aeroportuali determinato dalla crisi sanitaria.
  • Trasporto ferroviario. Al fine di affrontare le criticità determinate dalla crisi pandemica, con il Decreto “Rilancio” sono state previste misure volte a compensare i pesanti danni subiti dalle imprese di trasporto ferroviario, a testimonianza dell’attenzione del Governo a un settore a ridotto impatto ambientale per il rilancio del Paese in ottica di sostenibilità.
  • Tecnologie di risparmio energetico. Il Governo ha previsto vari interventi di rigenerazione urbana, tra cui l’Ecobonus 110%. L’effetto potrà essere sicuramente significativo, ma l’iter di autorizzazione tramite circolari da rilasciare da parte delle pubbliche amministrazioni ne complica la gestione e ne dilata i tempi di realizzazione.
  • Infrastrutture idriche. La legislazione recente non ha impattato in maniera importante sul comparto, almeno per quanto riguarda gli aspetti connessi alla gestione dell’irrigazione attuale. “Tuttavia, nei vari Decreti (in particolare nel Decreto “Rilancio”), sono previste diverse misure, tra cui un Piano di investimenti pubblici finalizzati al rinnovo delle infrastrutture acquedottistiche, caratterizzate da elevati livelli di perdite (circa il 37% delle reti nazionali), oltre che all’adeguamento dei sistemi di collettamento e depurazione delle acque reflue.

 

L’Europa e il goal 9

Nel grafico che mostra i livelli dell’indicatore composito dei Paesi europei[1] per il Goal 9, la differenza tra il valore relativo alla Svezia e quello calcolato per la Bulgaria, rispettivamente il primo e l’ultimo Paese nella graduatoria, è pari a quasi 26 punti. Per questo Goal, come per altri, il Lussemburgo presenta la variazione negativa maggiore, dovuta principalmente alla diminuzione della quota di spesa in Ricerca e sviluppo (R&S) sul Pil. L’Italia si colloca al di sotto della media europea, con un leggero miglioramento tra il 2010 e il 2018, tendenza che si riscontra anche nella maggior parte degli altri Paesi membri. L’indicatore che determina maggiormente le differenze tra i Paesi è la quota di merci trasportata su ferrovia.

 

L’Italia e il goal 9

Tra il 2010 e il 2019 migliora significativamente la maggior parte degli indicatori elementari del Goal 9, come dimostrato dall’indicatore sintetico nazionale[2]. In particolar modo, aumentano gli indicatori relativi alla diffusione della banda larga tra le famiglie, al tasso di ricercatori per 10mila abitanti e alla specializzazione produttiva nei settori ad alta tecnologia. Cresce inoltre la quota di Pil destinata alla Ricerca e sviluppo, attestatasi nel 2019 all’1,37%, ma ancora distante sia dal target fissato dalla Strategia Europa 2020 (3%) che dalla media europea (2,12%). Nel 2019, però, si registra un’inversione di tendenza dell’indice composito, dovuta alla forte riduzione della quota di occupati e studenti che utilizzano i mezzi pubblici (18%, il valore più basso di tutta la serie storica). Pur nella scarsità di dati per l’anno in corso, si ritiene di poter confermare l’impatto negativo della crisi su questo Goal.

 

Le proposte dell’ASviS su “Imprese, innovazioni e infrastrutture”

 

  • Affrontare il problema della transizione virtuosa da “ricerca” a “innovazione”. La ricerca è infatti fondamentale per il futuro italiano: essa deve essere condivisibile e utilizzabile da tutti, nonché orientata a stimolare e produrre innovazione di processo e di prodotto (e non solo “conoscenza”). Per questo motivo il mondo della ricerca va meglio connesso con quello produttivo, sviluppando soluzioni che migliorino l’efficienza e la qualità della vita delle persone.
  • Promuovere e incentivare l’uso di sistemi e piattaforme innovative per elaborare i dati, al fine di poter usufruire di indicazioni “intelligenti” per orientare le decisioni future (Decision support systems). L’utilizzo dei relativi database dovrebbe avere un approccio multisettoriale e multilivello, in modo da garantire l’accesso a più portatori d’interesse, dai decisori politici alle istituzioni regionali e locali, specialmente quelle di ricerca, dal settore pubblico a quello privato. I dati sarebbero inoltre utilizzati per favorire la trasformazione digitale e sostenibile di vari settori e processi produttivi, quali agri-food, farming 4.0, logistica integrata, sicurezza, sanità elettronica.
  • Implementare la digitalizzazione delle infrastrutture, che consentirebbe di monitorare ogni struttura su base giornaliera e decidere le necessarie azioni manutentive sulla base di priorità derivanti dalle moderne tecniche IoT-Shm (Internet of things/Structural health monitoring). Dall’unione sinergica tra i programmi per l’Impresa 4.0 e l’intelligenza artificiale (Ai) nasce poi il concetto del digital twin, un approccio innovativo di confronto tra dati reali rilevati e sistemi di analisi, simulazione e calcolo, capace di analizzare e stimare virtualmente prestazioni reali. Si potrebbe cioè realizzare, per ciascuna nuova opera, un modello “gemello” i cui comportamenti verrebbero simulati sulla base di dati reali rilevati in situazioni analoghe.
  • Per ciò che concerne le infrastrutture ferroviarie, occorre implementare il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (European Rail Traffic Management System – Ertms) per accelerare il processo di innovazione tecnologica dell’infrastruttura ferroviaria nazionale e favorire la trasformazione digitale del Paese. Inoltre, è necessario un progetto di “alta capacità” per efficientare il trasporto ferroviario delle merci, dove l’Italia è indietro rispetto alla media Ue.
  • È urgente prevedere iniziative per nuove realizzazioni e l’ammodernamento delle infrastrutture meridionali, dove ci sono collegamenti a linea unica tra città, e/o infrastrutture talmente obsolete e degradate da impedire trasporti efficienti, il che determina una preferenza per quelli su gomma, con impatti ambientali negativi.

 

[1] Nel grafico 100 indica il valore dell’anno base 2010 per la media Eu28. La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi europei è consultabile qui.

[2] La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi nazionali è consultabile qui.

da asvis.it, a cura di Flavio Natale

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