Family Act, Vecchi: “Positivo assegno unico ma risorse adeguate ai servizi sociali territoriali”

Apprezzamento per i principi ispiratori dell’assegno universale a favore dei figli a carico, che si rivolge a tutte le famiglie a prescindere dal reddito e dall’occupazione dei genitori, come investimento per lo sviluppo sociale del Paese. Ma anche per l’approccio integrato che supera la visione frammentata degli interventi succedutisi in questi anni. Accanto a questo, una serie di proposte e di osservazioni: da un aiuto alle famiglie per incrementare la scolarizzazione dei servizi 0-6, nidi e scuole dell’infanzia, alla possibilità di cumulare l’assegno con altre prestazioni assistenziali, alla richiesta di destinare risorse adeguate a potenziare i servizi sociali territoriali. È la posizione espressa dal sindaco di Reggio Emilia e presidente regionale di ALI Luca Vecchi che, nel suo ruolo di delegato al Welfare dell’Anci, ha rappresentato i comuni presso la commissione Affari Sociali della Camera nell’ambito dell’esame del ddl ‘Family Act’.
Del provvedimento “condividiamo anche la necessità di incentivare un cambiamento nella divisione delle responsabilità di cura, attraverso strumenti come i congedi parentali, che devono mirare – ha osservato Vecchi – ad introdurre una maggiore uguaglianza tra i sessi all’interno della famiglia, a migliorare le relazioni affettive dei padri con i figli e a fare sì che i ruoli familiari siano complementari”.
Il sindaco di Reggio Emilia ha però indicato alcuni punti di cui i Comuni auspicano la modifica, in vista dei provvedimenti che dovrebbero concedere contributi per coprire anche l’intero importo delle rette degli asili nido, dei micronidi, delle sezioni primavera e delle scuole dell’infanzia, e l’attivazione di servizi di supporto a domicilio per le famiglie con figli di età inferiore a 6 anni. “L’Italia deve fare ancora tanta strada nell’incrementare la scolarizzazione dello 0-6. In tal senso – ha evidenziato – in un provvedimento come questo il sostegno alla scolarizzazione e all’attivazione di processi educativi e formativi adeguati all’infanzia non deve essere semplicemente un’erogazione economica di sostegno al domicilio”.
Per questo motivo poi, pare opportuno chiarire “cosa si intende per servizi di supporto presso le rispettive abitazioni per le famiglie, anche per un problema di accreditamento del servizio stesso in alcune normative regionali”. Vanno inoltre “individuate modalità e strumenti di coordinamento tra questi interventi, diretti agli utenti, e gli altri interventi, rivolti alle strutture ma con le stesse finalità, finanziati dal Piano Nazionale”.
Ad avviso del delegato Anci poi, “sarebbe opportuno ampliare anche alla scuola primaria le forme di sostegno alle famiglie per l’acquisto dei libri di testo che attualmente sono forniti gratuitamente dai Comuni a tutti gli alunni e alunne”. Mentre appare utile che “l’assegno universale sia cumulabile con altri assegni e prestazioni di natura assistenziale a favore delle famiglie, erogati dalle Regioni, dalle Province autonome e dai Comuni, così da garantire una maggiore equità sociale”.
Più in generale, l’Associazione auspica che si riesca ad incentivare un cambiamento culturale nella divisione delle responsabilità di cura. “Superando l’idea che la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro sia un problema esclusivamente femminile – ha sottolineato il sindaco reggiano – servono non solo sostegni economici alle famiglie, ma va soprattutto rafforzata di una rete di servizi territoriali adeguatamente flessibili e diffusi, finanziati con risorse sufficienti”. Da questo punto di vista l’Anci ribadisce la sua richiesta di “superare il modello di erogazioni monetarie frammentarie per veicolare risorse adeguate al potenziamento dei servizi territoriali. “Non solo per gestire le emergenze ma anche per rafforzare le opportune attività di prevenzione e intercettazione precoce del disagio da parte del Servizio sociale professionale”, ha sottolineato il delegato Anci al Welfare.

da anci.it

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