Il caso è quello di una piscina in muratura realizzata senza il permesso di costruire i proprietari che dimoravano il relativo immobile venivano condannati penalmente. La realizzazione di tale opera abusiva era stata accertata tramite le immagini riportate da Google Earth.
Condannati in primo e secondo grado per i reati previsti e puniti sia dal Testo unico Edilizia (artt.44 lett. c, 64, 65, 71, 73, 85-89 del d.P.R. n. 380 del 2001, 64) nonché dall’art 181, comma 1, del decreto legislativo n.42 del 2004 e dall’art. 734 del codice penale, ricorrevano in Cassazione, tra l’altro, richiedendo una declaratoria di estinzione dei reati per intervenuta prescrizione.
La Suprema Corte, Sezione Terza Penale, con la sentenza del 29 dicembre 2020 n. 37611, che pubblichiamo, ha dichiarato inammissibile il ricorso in quanto i ricorrenti – preso atto dell’intervenuto accertamento della presenza del manufatto per il tramite di immagini tratte dal software Google Earth – “si sono limitati a contestare che da esse potesse desumersi lo stato di usura dei materiali e, quindi, la recente o meno realizzazione delle stesse, senza dunque adempiere all’onere loro imposto”.
Per giurisprudenza consolidata, infatti, grava sull’imputato, che voglia giovarsi della causa estintiva del reato rappresentata dalla prescrizione, l’onere di allegare gli elementi in suo possesso dai quali desumere la data di inizio del decorso del termine, diversa da quella risultante dagli atti.
In conclusione deve ritenersi, in virtù dei sopra riportati orientamenti giurisprudenziali, che le immagini tratte da Google Earth siano idonee all’accertamento anche temporale della realizzazione di opere abusive, salvo che non vengano forniti elementi diversi da cui emerga una diversa data da cui far partire la realizzazione dell’opera e dunque dei termini di prescrizione dei reati in questione.
da quotidianodellapa.it
Corte di Cassazione, Sezione Terza Penale Sent. Num. 37611 Anno 2020