PNRR. L’audizione parlamentare dei rappresentanti della Banca d’Italia

Nell’ambito dell’esame della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza si è svolta l’audizione parlamentare dei rappresentanti della Banca d’Italia, con le Commissioni riunite Bilancio (V) e Finanze (VI) della Camera e Bilancio (5a) e Politiche dell’Unione Europea (14a) del Senato.

Il rappresentante intervenuto per la Banca d’Italia, Dott. Fabrizio Balassone, ha soffermato l’attenzione su tre aspetti:

  • la natura, le finalità e i vincoli del Programma Next Generation EU;
  • la struttura e le caratteristiche economiche e finanziarie del Piano;
  • l’impatto del Piano dal punto di vista macroeconomico.

Balassone ha illustrato meccanismo europeo Next Generation EU e le principali procedure per la redazione (condizioni e divieti), nonché della trasmissione dei Piani da parte degli Stati membri, elogiando l’iniziativa comunitaria. Ha descritto una rappresentazione integrata (310 miliardi) del PNRR, di cui 14 miliardi in più di quanto finanziabile per tutela di eventuali progetti non eleggibili. Dei 197 ottenibili, la bozza garantisce 124 miliardi di interventi aggiuntivi. Il documento non prevede una ripartizione per anno e per missioni, ma indica soltanto che il 70% dei contributi previsti verrà spesa entro il 2023 e la rimanente parte entro il 2025. Inoltre, si è rilevato come più del 70% dei fondi destinati al finanziamento degli interventi aggiuntivi rispetto al tendenziale è riservato a spese in conto capitale a carico delle amministrazioni pubbliche.

La Banca d’Italia ha reputato il piano coerente con gli obiettivi della ripresa e della resilienza e i progetti indicati appaiono indirizzati ad affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico e per sopperire ad alcune delle più evidenti carenze strutturali del Paese, tuttavia, secondo il rappresentante di Banca d’Italia, manca la puntuale definizione della spesa di ciascun progetto (transizione verde e digitale).

Il PNRR preannuncia poi anche il modello di governance che dovrà poi portare ad esecuzione il piano.

La bozza del Piano contiene riferimenti alle riforme di contesto (giustizia, mercato del lavoro, apertura alla concorrenza, riforma PA), ma eccetto la giustizia, le altre riforme non sembrano sufficientemente articolate e dunque appaiono non valutabili. Pur prevedendo un deciso investimento nella digitalizzazione e sulla selezione del personale, la bozza del Piano non offre procedure dettagliate.

Quanto agli effetti macroeconomici, il Dott. Balassone ritiene che l’impatto più immediato dipende da diversi fattori (entità delle risorse, la natura aggiuntiva o sostitutiva, grado di efficienza dei progetti, peso relativo delle voci di bilancio interessate), ma nel lungo periodo andranno valutati gli effetti sul lato dell’offerta (importanti, ma di difficile rappresentazione ex ante).

Nell’audizione di settembre scorso, in merito all’impatto immediato di Next Generation EU, Banca d’Italia indicava due scenari: uno in cui si ipotizzava un utilizzo del 100% delle risorse in programmi di investimento aggiuntivi rispetto a quelli inclusi nelle stime tendenziali, con un aumento del PIL di circa 3% entro il 2025 (scenario utilizzo 100% risorse); il secondo, in cui solo il 70% riguardasse risorse in programmi aggiuntivi e che solo 2/3 di queste riguardassero investimenti, con un effetto sul PIL quasi del 2%.

La bozza del Piano al momento è più vicina al secondo degli scenari.

Secondo la Banca d’Italia, negli anni successivi, l’impatto macroeconomico dipenderà dalla capacità degli interventi di agire sulla capacità produttiva del Paese. Il conseguimento di guadagni di produttività è possibile, ma passa dall’efficacia degli interventi di sostegno all’innovazione (nuove tecnologie, R&D). Questi effetti andranno potenziati da quelli che possono derivare dalle riforme e dagli investimenti in capitale umano. Serve dunque una netta discontinuità rispetto al passato e una struttura di governo degli interventi adeguata all’impresa. Le risorse andranno comunque restituite (anche i trasferimenti, inferiori comunque a quanto versato).

Audizione parlamentare sul PNRR_Banca_d_Italia

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