Rete dei Comuni Sostenibili e scelte dell’Unione europea per l’Agenda 2030

Su Italia Oggi si parla di Comuni sostenibili, in un articolo di approfondimento a firma di Marco Filippeschi, direttore dell’Ufficio studi di ALI.

“Il progetto “Rete dei Comuni Sostenibili” è decollato, ha destato tante attenzioni e soprattutto ha visto molti comuni manifestare l’interesse all’adesione.

Il progetto anticipa in Italia quello che si sta sviluppando nelle esperienze europee più avanzate. Negli ultimi anni gli enti territoriali hanno iniziato a pubblicare Recensioni Volontarie Locali (VLR) per monitorare i progressi e sostenere l’azione trasformativa e inclusiva degli attori locali verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), in generale, e la sostenibilità competitiva in particolare.

La Commissione europea ha redatto un “Manuale Europeo per i Monitoraggi Volontari Locali SDGs” che offre a decisori politici, ricercatori e professionisti linee d’azione utili per realizzare i monitoraggi, per non disperdere il lavoro di trattamento dei dati, per renderlo incrementale e stabile nel tempo, per adattarlo ai cambiamenti.  Per ogni Obiettivo, il Manuale evidenzia esempi di indicatori armonizzati e raccolti a livello locale, in modo che gli attori locali possano sia confrontarsi con altre città e misurare le proprie esigenze e sfide specifiche.

È chiaro come la creazione di reti di città, di comuni, possa facilitare quest’azione, renderla più visibile e spendibile di fronte ai cittadini e agli attori sociali, incoraggiarne l’espansione. Questa è l’ispirazione del nostro progetto. E credo che anche altre iniziative che già coinvolgono molti comuni, come il Covenant of Mayors for Climate and Energy, dovranno evolvere.

Intanto, il Comitato europeo delle regioni, l’organo consultivo dell’Unione Europea composto da rappresentanti eletti a livello locale e regionale, ha elaborato le sue proposte per il rinnovo della “Carta di Lipsia sulle Città europee sostenibili”. Chiede di mettere meglio in relazione la carta di Lipsia con l’Agenda 2030 e l’Agenda urbana dell’UE (il Patto di Amsterdam del 2016). Perché la Carta rinnovata porti al monitoraggio dell’Agenda urbana per l’UE, come stabilito dal Patto ed entrambi facciano parte del processo di attuazione dell’Agenda 2030 nelle amministrazioni locali. Chiede, inoltre, che lo strumento di ripresa e resilienza incorpori tutti gli SDGs nel quadro strategico di pianificazione.

Per fare un esempio di azione: la Commissione, con la comunicazione “Un traguardo climatico 2030 più ambizioso per l’Europa. Investire in un futuro a impatto climatico zero nell’interesse dei cittadini”, ha lanciato un ambizioso programma per città e realtà locali, strategico per il superamento della crisi economica del Covid-19 e fondamentale per il conseguimento degli obiettivi clima al 2030 e 2050.  Per conseguire l’obiettivo del taglio delle emissioni del 60% al 2030 si prevede almeno un raddoppio del numero degli edifici sottoposti a ristrutturazione ogni anno, stimando una quantità di 35 milioni di edifici entro il 2030. 275 miliardi di euro in più ogni anno dovranno essere destinati alle ristrutturazioni da qui al 2030 (in pratica l’equivalente del fondo Next Generation Eu ogni 2,7 anni per il solo settore edilizio). Quota parte pari a 57 miliardi di euro ogni anno dovrà essere destinata all’edilizia sociale e sono previste misure di facilitazione perché possa ristrutturare anche chi ha rediti medio-bassi. Le attività di ristrutturazione sono notoriamente ad alta intensità di lavoro. Creeranno dunque nuova occupazione, attiveranno filiere prevalentemente locali e daranno valore al patrimonio immobiliare. Nella revisione della Direttiva sulla performance energetica degli edifici si valuterà la possibilità d’introdurre standard minimi di efficienza energetica progressivi anche per gli edifici esistenti.

Ecco dunque un campo molto vasto, tanto sensibile per le città e per tutti i territori, nel quale monitorare obiettivi, programmazione e risultati, mettendosi in rete, creando circolazione di policy, progetti e buone pratiche. Accelerando, perché gli obiettivi siano raggiunti davvero e nei tempi dati non per caso ma per scongiurare una crisi climatica dagli effetti molto più negativi e profondi di quelli di una pandemia”.

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