Ad un anno di distanza e a pandemia ancora in corso, si può guardare indietro per guardare le tracce pesanti lasciateci dal Covid-19. Quale sia l’impatto del virus sulla longevità delle popolazioni è ancora argomento di discussione, ma sta crescendo il numero di esperti che per farlo, calcola il calo in termini di aspettativa di vita alla nascita rispetto al 2019. Ci sono due motivi che portano ad utilizzare questo approccio:
- La speranza di vita alla nascita è un indicatore noto a tutti, anche ai non addetti ai lavori e di cui conosciamo il valore anche per gli anni del passato recente e remoto, non solo per l’Italia ma anche per gli altri paesi. Un confronto temporale e spaziale permette di capire l’intensità della crisi di mortalità che stiamo sperimentando in questi mesi.
- La speranza di vita è un indicatore della longevità di una popolazione che non è influenzato dalla struttura per età. In questo, si differenzia dall’eccesso di mortalità (la differenza tra decessi 2020 e la media dei 5 anni precedenti) che invece dipende da quanto è “anziana” una popolazione, ed infatti molto spesso abbiamo sentito che l’elevato conteggio dei decessi in Italia dipendeva dal fatto che siamo una popolazione anziana.
Il confronto internazionale
Per questo motivo si è calcolato che in Spagna (tenendo conto solo della prima ondata) l’aspettativa di vita sarebbe calata di poco meno di una anno, in Inghilterra e Galles (dati aggiornati alla 47esima settimana del 2020) avremmo un calo di 1.2 anni per gli uomini e 0.9 per le donne, mentre negli USA il calo sarebbe di 1.13 anni (dato aggiornato al 3 ottobre) e per l’Italia si poteva prevedere un calo di circa un anno e mezzo (dati aggiornati al 30 ottobre).
Oggi disponiamo di dati completi, anche se ancora provvisori1 per tutto il 2020 e possiamo fare un bilancio sia a livello internazionale sia a livello nazionale. Per quanto riguarda, il confronto internazionale possiamo vedere (figura 1) che per Stati Uniti e Bulgaria il calo della speranza di vita è stato superiore a due anni. Il dato della Bulgaria è notevole se si pensa che l’eccesso di mortalità in questo paese, si è concentrato negli ultimi tre mesi del 2020 (come per altri paese dell’Europa dell’Est come Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Estonia), ma è anche vero che quanto registrato negli Stati Uniti è impressionante se si considera la dimensione della popolazione. Nell’Europa occidentale spicca il dato della Spagna (1.82 anni in meno) mentre si nota il dato svedese (0.92) ben più alto rispetto gli altri paesi scandinavi.
L’Italia mostra un calo di 1,332 anni (1,46 per gli uomini e 1,13 per le donne un dato leggermente inferiore rispetto a quanto previsto).
È importante notare che il calo della speranza di vita dipende non solo dal numero di decessi in più ma anche dall’età: il numero di anni vita persi nel caso di un decesso di un ottantacinquenne è molto inferiore a quelli persi con il decesso di un cinquantenne. Infatti, nelle differenze tra i vari paesi conta anche il fatto che per alcuni di questi (come Italia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti) l’eccesso di mortalità ha riguardato non solo le età più anziane ma anche quelle più giovani, mentre per altri (Francia, Belgio, Svezia) per chi ha meno di 65 non si è registrato un aumento della mortalità rispetto agli anni precedenti (si veda figura 2). Questo spiega, ad esempio, come mai in Svezia, dove si è visto un aumento significativo del numero dei decessi, il calo della speranza di vita sia significativo (0,92 anni) ma minore rispetto ad altri: la mortalità in eccesso ha riguardato solo la popolazione anziana e quindi il numero di anni vissuti persi è inferiore. Purtroppo in Italia non è così.
Le differenze di genere in Italia
A livello nazionale, abbiamo già visto l’analisi di Caselli ed Egidi (Neodemos – La pandemia che elimina i più anziani. Longevità in discussione?) che mostra come il nord Italia sia stato molto più colpito rispetto al resto del paese. Qui aggiungiamo che se andiamo a vedere anche come è distribuito il calo di longevità tra uomini e donne (figura 3), troviamo conferma del fatto che la popolazione maschile ha riscontrato effetti più gravi di quella femminile (con l’eccezione di alcune regioni la cui, però, piccola dimensione rende non significative queste differenze). Questa è una conferma, perché sappiamo già che il Covid colpisce maggiormente gli uomini (Jim et al, 2020) ma anche perché sappiamo, più in generale, che le donne sono più resistenti nelle crisi di mortalità (Zarulli et al 2018).
…e nel 2021?
Ora che il 2020 è alle spalle, possiamo anche chiederci cosa dobbiamo aspettarci per il futuro e, in particolare, per il 2021. La speranza di vita riflette unicamente i livelli di mortalità dell’anno considerato, perciò negli anni successivi (sperando che la situazione torni presto sotto controllo grazie alle vaccinazioni) possiamo aspettarci di ritornare ai livelli di longevità antecedenti alla pandemia. Dobbiamo, però, tenere conto di due effetti di lungo periodo della crisi che abbiamo affrontato: da un lato esiste un effetto selezione per cui avendo il virus colpito principalmente la popolazione più fragile, coloro che sono sopravvissuti sono mediamente più robusti rispetto a prima, e questo potrebbe portare il livello di longevità post-Covid a valori anche maggiori rispetto a quanto osservato prima della pandemia. Tuttavia esiste anche un effetto “cicatrice”, perché chi è sopravvissuto può essere rimasto indebolito dal passaggio del virus. Quale tra questi due effetti prevalga sull’altro, lo sapremo soltanto continuando a monitorare i livelli di mortalità con attenzione.
Riferimenti bibliografici
Aburto, J.M. et al., (2021) Estimating the burden of the covid-19 pandemic on mortality, life expectancy and lifespan inequality in England and Wales: a population-level analysis. Journal of Epidemiology and Community Health.
Trias-Llimós, S., Riffe, T., Bilal, U. (2020) Monitoring life expectancy levels during the covid-19 pan-demic: Example of the unequal impact of the first wave on Spanish regions. PLOS ONE 15, 1–10.
Andrasfay, T., Goldman, N. (2021). Reductions in 2020 US life expectancy due to covid-19 and the disproportionate impact on the black and latino populations. Proceedings of the National Academy of Sciences of the USA 118.
Zarulli, V. et al., (2018). Women live longer than men even during severe famines and epidemics. Proceedings of the National Academy of Sciences of the USA 115, E832–E840.
Jin, J.M. et al., (2020) Gender differences in patients with covid-19: Focus on severity and mortality. Front Public Health 8, 152.
1 ISTAT e i vari istituti di statistica nel mondo hanno messo a disposizione in anticipo i dati provvisori di mortalità nel 2020, ma va tenuto conto che questi dati sono ancora provvisori e quindi anche le stime che ne derivano hanno un certo livello di approssimazione.
2 Si noti che qui confrontiamo la speranza di vita del 2020 con quella del 2019, mentre Caselli ed Egidi con la speranza di vita ottenuta dalla mortalità media 2015-2019.
da neodemos.info, Stefano Mazzuco