Festival delle Città, l’Italia veloce: la sintesi della prima giornata

Si è aperta alle 16.30 , con i saluti introduttivi di Achille Variati, Presidente del Consiglio nazionale di ALI, Autonomie Locali Italiane, la terza edizione del Festival delle Città: “ALI è sempre stata la casa dei riformisti. Sin dalla sua creazione ha sempre creduto che la Repubblica dovesse essere di segno federale. Voglio ringraziare il nostro Presidente, Matteo Ricci, il nostro instancabile motore, e accanto a lui il Direttore, Valerio Lucciarini De Vincenzi che ha messo in piedi questa edizione del Festival che è fatta di 30 momenti di confronto e dibattito con protagonisti di prim’ordine, istituzionali e legati al mondo della cultura e dello sport. In fondo ALI non siede nei tavoli concertativi con il governo, ma vuole essere una spina che spinge su alcune questioni, perché il mondo delle autonomie non è in ordine. I Sindaci, i Comuni, la nostra Associazione hanno in mente il percorso fatto insieme nell’emergenza sanitaria, assistere, sostenere, e c’è la volontà di lavorare per il PNRR. Abbiamo l’ambizione che questa tre giorni lasci dei contenuti da riprendere e far riprendere nei tavoli concertativi. Ai Sindaci che hanno appena concluso il loro mandato va il nostro applauso”.

In seguito Paolo Del Debbio ha intervistato Matteo Ricci, Presidente di ALI Autonomie Locali Italiane e Sindaco di Pesaro.

“Con questo Festival vogliamo lanciare un allarme molto chiaro all’Italia – ha spiegato Ricci – Non è un problema dei Comuni, ma del Paese. Tutti noi siamo impegnati per cogliere al massimo le opportunità del PNRR, ma sappiamo bene che con le regole attuali l’Italia non ce la fa. Lo diciamo da mesi, poco ascoltati, ma lo diciamo a ragion veduta con i dati che abbiamo. In questo momento in Italia per fare un’opera da un milione di euro ci vogliono in media 5 anni, da 100 milione 15 anni. Non ce la facciamo a rimanere nei termini previsti. O davvero questa volta esce un Paese più semplice, più veloce o perdiamo un’opportunità storica. Quando Draghi si renderà conto di quello che sto dicendo, sarà costretto a commissariare tutto. Chi crede nelle regole e nelle Autonomie locali deve spingere sull’acceleratore. Bisogna aiutare Draghi a fare le riforme che servono senza frenare e mi riferisco in generale al sistema paese ma anche alla politica. A volte si cerca di difendere quello che si è fatto. E’ il momento di cambiare il sistema burocratico italiano. L’interlocuzione con il governo è buona, il tempo però è poco, non c’è un minuto da perdere. Ogni freno che diamo al Paese è un punto in meno che gli diamo per rinascere”.

“I piccoli comuni sono ancora più in difficoltà. Il Ministro Brunetta è un interlocutore prezioso – ha continuato il Presidente di ALI Nazionale – In questo momento c’è un problema di competenze, se a questo aggiungiamo anche la lentezza burocratica, rischiamo un disastro. E per fortuna che siamo tornati a lavorare in presenza. Con lo smart working è cambiato il modo di lavorare. Però la verità è che la produttiva della pubblica amministrazione ha risentito molto del lavoro agile. La media della produttività non è aumentata. Spero che le innovazione tecnologiche migliorino la qualità del lavoro ma è necessario tornare a lavorare in presenza”.

“Penso che del PNRR vadano date alle Regioni solo le risorse per la sanità e le altre vadano direttamente ai Comuni. In questo momento nella governance c’è una grande confusione. Rischiamo che si arrivi a pensare che in Italia non si possano fare le cose se in regime ordinario e che sia necessario un Commissario Straordinario. Nel caso, abbiamo anche un piano B: se proprio commissario debba essere, che almeno siano commissari i Sindaci. Quest’ansia del fare credo che sia il comun denominatore fra il Premier e i Sindaci. c’è voglia di crescere, di lavorare”.

E sulle prossime elezioni: “Se dovesse accadere che il centro-sinistra si aggiudichi le prossime elezioni amministrative si rafforzerà un concetto: ovvero che il centro-sinistra vince grazie ai Sindaci. Questo dato non può passare sempre sotto traccia. E’ evidente che per vincere le prossime elezioni politiche, il centro-sinistra ha bisogno dei Sindaci perché sono il vero volto del riformismo concreto”. “A Roma penso che dopo il primo turno l’alleanza con i 5 stelle si ricomporrà perché al ballottaggio andranno Gualtieri e Michetti. La Lega dovrà decidere se stare al governo e seguire l’agenda di Draghi o stare all’opposizione. E’ vero che sono elezioni locali, ma se le cose andranno così, il quadro politico si potrebbe modificare. Se facessimo un referendum online, sono convinto che gli italiani voterebbero per lasciare Draghi e Mattarella al loro posto. Su Morigi posso solo dire che non puoi fare il moralista con gli altri e poi quando si tratta di un amico cambiare modalità. E’ evidente che questa vicenda mette ancora più in evidenza il livello pessimo di una politica che comincia a stancare le persone”.

In seguito è salito sul palco della kermesse, Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri “Noi del governo abbiamo fatto dell’inclusione delle autonomie locali un impegno costante. Abbiamo portato gli appuntamenti del G20 in tutta Italia cercando di valorizzare il territorio e le sue eccellenze che offrono già oggi soluzioni d’avanguardia. A Matera abbiamo promosso l’attuazione di una piattaforma G20 per lo sviluppo degli obiettivi dell’Agenda 2030. L’Italia ha posto il tessuto socioeconomico locale al centro del piano per la ripresa: larga parte delle risorse, infatti, sarà destinata alla riduzione dei divari territoriali. Nel PNRR ha trovato spazio il progetto “il turismo delle radici” che si concentra sui piccoli borghi italiani dando vita a un turismo che sia anche ecosostenibile. Con gli strumenti di promozione del Made in Italy messi in campo dalla Farnesina, daremo il via alla più grande campagna di nation branding che abbia mai visto il nostro Paese. Possiamo superare le difficoltà solo insieme perché come governo abbiamo intenzione di mettere a disposizione le migliori energie per spendere questi fondi entro tre anni perché ci permettano di ripartire e dare vita a un ripresa solida”.

Lo speech del politologo Roberto D’Alimonte ha messo in evidenza che: “Draghi non farà la riforma di cui l’Italia ha bisogno. Noi siamo andati vicino alla riforma del Paese nel gennaio del 1996, con il tentativo Maccanico che voleva introdurre il sistema semi-presidenziale, fallito per il veto di Prodi e Fini. La seconda volta è con i governi Renzi. Ci ritroviamo con il problema numero uno di questo Paese: i governi di una durata effimera. I governi instabili sono irresponsabili di fronte ai cittadini: un governo che dura un anno e mezzo non può essere imputato di “non aver fatto”. La democrazia va insegnata: gli elettori devono imparare cos’è la democrazia, non è un fatto naturale e per farlo gli elettori devono essere messi in grado di giudicare. Mi piace sottolineare l’importanza della legge 81, la legge Ciaffi, che a responsabilizzato i governi locali: come fai a giudicare un sindaco che ha governato 10/11 mesi? Con la legge 81 abbiamo realizzato una riforma profonda della governance locale, non siamo riusciti a realizzarla a livello di governo centrale. Abbiamo bisogno della riforma del Senato. Siamo l’unico Paese in Europa ad avere due camere che fanno le stesse cose. Dobbiamo trasformare il Senato in una Camera delle Regioni. La seconda riforma è quella del titolo V, la terza la riforma elettorale”.

A salire sul palco è poi il Ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta: “La nostra percezione è quella di vivere in un momento di forte stabilità di governo. Perché? Intanto perché Angela Merkel lo scorso maggio ha cambiato posizioni: aveva detto”mai e poi mai consentirò che l’Europa s’indebiti con i mercati”. A maggio dopo la pandemia ha cambiato idea da grande statista qual è. E ha deciso di adottare il “momento Hamilton” trasformatosi in “momento Merkel”, aprendo la strada a un momento di grande stabilità. E questo è stato un elemento che ha fatto nascere il Next Generation EU. In quel momento l’Italia è in pieno Conte2 che non riesce a fare “i compiti a casa” sul piano nazionale. Il Conte2 cade di fronte a un’offerta di stabilità, il governo nazionale risponde in maniera inadeguata. Nonostante ciò, posso solo ringraziare il Presidente Conte per aver fatto passare all’Italia un periodo del genere. Non è però riuscito a rispondere all’offerta di stabilità che veniva dall’Europa e grazie a una favorevole congiuntura astrale al momento Hamilton e al momento Merkel si è aggiunto il momento Draghi, a cui si affianca un governo di unità nazionale per far uscire l’Italia dalla crisi pandemica ed economica e creare un piano di stabilità nazionale, ovvero il nostro PNRR. In pochi mesi il suo governo accettando la sfida, la vince. Fine aprile approviamo il PNRR, mandato in Europa e approvato con 10 A e una B, il top rispetto agli altri piani. Caso vuole che le prime due grandi riforme portino la mia firma: passaggio parlamentare perfetto. Se ne esci vivo ti senti democraticamente più legittimato. Se ne esci bene, senza aver venduto l’anima, ne esci migliore. I primi di agosto vengono approvati le due leggi. Grazie a queste due riforme abilitanti che portano la mia firma ci versano 24,9 miliardi di anticipo perché abbiamo fatto la riforme previste dal PNRR nei tempi del cronoprogramma, ovvero nei tempi giusti. Questo è il programma che dovremmo realizzare nei prossimi 6 anni. E cos’è questa se non stabilizzazione? L’offerta di stabilità è stata accettata e il governo Draghi ha vinto la sfida. Per questo la gente vive con fiducia quest’impressione di stabilità: perché c’è il PNRR, perché abbiamo tolto i tetti al blocco delle assunzioni, perché abbiamo ricominciato a fare i concorsi e in modalità digitale e semplificata. Perché c’è la percezione che sta cambiando qualcosa. Perché non esiste più il blocco degli appalti: e l’ho voluto io. L’Italia in questo momento suona bene, è simpatica, è un Paese in cui è profittevole investire. Perché l’Italia vince. Vedi anche nello sport. La partita che sta giocando la politica in realtà importa poco ai cittadini, perché la gente ha capito che i giochi, quelli veri, si fanno altrove. Se facciamo sul serio, c’è una grande possibilità che questo gioco cambi il Paese e cambi la politica. Non dico che abbiamo bisogno di 6 anni, ma di 7, esattamente la durata del nuovo Presidente della Repubblica, nella figura di Mario Draghi”.

Il primo giorno del Festival si è concluso con la tavola rotonda fra Roberto Gualtieri, Deputato della Repubblica e candidato Sindaco di Roma, Walter Veltroni, già Sindaco di Roma, e Serena Bortone, giornalista RAI.
Interrogato sulla campagna elettorale Veltroni ha commentato: “Mi fa piacere che si sia tornati a parlare delle città, delle persone, dell’ambiente, della vita concreta e che si sia usciti un po’ dal politichese. Ho trovato questa campagna elettorale un ritorno alla concretezza della vita delle persone. Gli amministratori vengono valutati per l’efficacia delle loro azioni, per la trasparenza delle loro amministrazioni e Roberto Gualtieri credo sia la persona giusta per affrontare una sfida di questo tipo perché la su caratteristica principale è la competenza e la capacità di affrontare e risolvere i problemi”.
Roma candidata all’EXPO 2030: “Ottima notizia, ringrazio il Presidente Draghi per aver candidato Roma – ha commentato Roberto Gualtieri – ci sarà bisogno di grande qualità nei progetti e di una capacità di messa a terra incredibile […] Dovremo lavorare tutti verso la stessa direzione. E’ bene che la città si unisca per ripartire: vorrei interpretare questa esigenza di unità anche nel modo in cui sto facendo questa campagna elettorale. Non possiamo permetterci di fare politicismo a Roma in questo momento”.
“Il Sindaco è qualcosa di particolare, di diverso persino dalle altre cariche istituzionali, un riferimento a cui i cittadini guardano per i problemi quotidiani, una persona che devono sentire vicino – ha ribadito Veltroni – E’ tanto tempo che Roma non riceve un’iniezione di fiducia come quella che le ha dato oggi Mario Draghi. Roma ha perduto una grande occasione con le Olimpiadi e non può perdere altre occasioni. Dopo la morte di Giovanni Paolo II Roma venne considerata un modello di riferimento. Così come i concerti, come quello di Paul McCartney al Colosseo, erano un modo di mettere la città al centro. Una città è il fare non il rinviare o il rinunciare”.
“Oggi è importante non solo la capacità di erogare servizi ma anche la capacità di creare vicinanza e senso di comunità. Recuperare e rilanciare questa dimensione per me sarà importante. Si è persa la capacità della città di essere al centro di uno scenario internazionale: Roma, invece ha una potenzialità unica e per questo ci siamo ostinati a voler restituire alla Capitale questo ruolo. E i cittadini ci tengono” ha spiegato Gualtieri.
“Se la città è madre e non matrigna i cittadini ne condividono il destino – ha aggiunto Veltroni – Nell’esperienza che abbiamo fatto abbiamo capito che la politica sociale è fondamentale: il sindaco deve munirsi di ago e filo e ricucire la città, urbanisticamente e socialmente, il centro e la periferia”.
Sul Centro-sinistra e la coalizione Gualtieri ha spiegato che: “Abbiamo dato un forte connotato civico alla coalizione. Abbiamo fatto una doppia operazione di apertura: unendo il centrosinistra largo e tante forze civiche importantissime per la rinascita di Roma”.
Sul tema dell’ecologia Gualtieri ha sottolineato: “La sostenibilità ambientale e quella sociale sono una la condizione dell’altra. E’ proprio la linea che ha preso l’Europa: è importante investire e non solo mettere divieti. La transizione energetica va fatta con gli investimenti e con il debito comune per finanziare questi investimenti. Dobbiamo fermare le emissioni: è un dovere per salvare il pianeta. Con il PNRR ci sono i soldi per piantare a Roma un milione di alberi. La città, quindi, deve essere protagonista della coesione sociale e della transizione energetica”.
Il ruolo di Sindaco.”Se mi si chiedesse quale è stata l’esperienza più bella direi sicuramente i sette anni come Sindaco di Roma. A chi è lì voglio dire che è difficile, ma so che nella vita l’esperienza di Sindaco resta e della quale poi si ha nostalgia” ha chiuso Veltroni.
La città in 15 minuti. “Noi abbiamo messo al centro questa l’idea di una città dove i servizi sono più vicini alle persone, dove aumenta la qualità di vita”.
Infine il tema dei rifiuti: “La nostra idea è quella di un decentramento dell’AMA, un decentramento delle responsabilità e dell’accountability. Non basta questo naturalmente, ma è necessaria anche una politica degli impianti adeguata, le tecnologie ne permettono alcune con zero impatto ambientale. Con gli impianti adeguati, la differenziazione e il contrasto all’evasione della TARI i conti tornano a posto e aumenta il senso civico”.
Il miglior Sindaco di Roma: “Petroselli, popolare e colto” per Veltroni, ma anche per Gualtieri che però ha citato anche “Nathan e Rutelli”.
Se dovesse vincere, che Sindaco sarà Gualtieri: “Vorrei riuscire a essere anch’io popolare e colto come Petroselli. Petroselli ha inventato i centri anziani, io invece vorrei fare i centri giovani e dare in gestione ai giovani degli spazi del comune per il coworking e lo studio condiviso”.

Ha preso parte al Festival della Sindaca di Assisi Stefania Proietti: “Assisi è diventata nell’immaginario globale la capitale dell’ecologia. La seconda parola che vi porta è economia perché Assisi sarà lo scenario del The Economy of Francesco che si terrà il prossimo 2 ottobre.

 

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