“Il tema della semplificazione della disciplina degli appalti pubblici è essenziale per l’efficiente realizzazione delle infrastrutture e per il rilancio dell’attività edilizia. È necessario però estendere tali semplificazioni anche a tutte le altre tipologie di opere che non attingono da tali risorse; non solo nella fase di affidamento ma anche in quella della programmazione, pianificazione e progettazione affinché l’azione dei Comuni sia efficace”. È quanto ha sottolineato il vicepresidente di Anci e sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, in rappresentanza dell’associazione, in audizione al Senato alla 8^ Commissione lavori pubblici sull’esame del disegno di legge n. 2330 – Delega al Governo in materia di contratti pubblici illustrando il documento presentato dall’Anci, che pubblichiamo.
“Bisogna prevedere – ha aggiunto il vicepresidente – una disciplina ‘a regime’ che tenga conto delle norme condivise da Anci negli ultimi provvedimenti di semplificazione, che hanno accolto molte delle richieste dell’Associazione, come la procedura delle semplificazioni sottosoglia, la qualificazione delle stazioni appaltanti, l’appalto integrato sulla base del progetto di fattibilità tecnico-economica e gli interventi di deflazione del contenzioso”.
Le misure previste nella delega, come osservato da Anci, devono quindi essere applicabili a tutte le procedure indipendentemente dall’utilizzo di risorse a valere sui fondi Pnrr o Pnc, al fine di garantire una certezza applicativa ed evitare il disorientamento della S.A. Appaltanti e degli operatori. Nello specifico nel corso dell’audizione Pizzarotti ha chiarito alcune questioni fondamentali sui criteri previsti nella delega, che prevede in primis una disciplina del Codice Appalti più aderente alle direttive europee sui contratti pubblici con la ridefinizione del regime della disciplina secondaria. Il contributo dei Comuni è essenziale sempre e comunque, soprattutto in questa delicata fase di attuazione del Pnrr laddove tutti i soggetti sono chiamati a compiere uno sforzo congiunto per raggiungere gli obiettivi sfidanti del Piano e per non lasciare indietro nessun territorio anche su progetti già in corso di realizzazione con altri fondi.
“Rispetto alla delega, risulta generica – ha sottolineato Pizzarotti – la declinazione ed il rinvio alla disciplina secondaria, è necessario quindi il regolamento attuativo previsto dal Codice, per garantire la corretta applicazione della normativa rivista ed avere una disciplina secondaria certa, elemento essenziale per le Stazioni appaltanti e per gli operatori”.
“La qualificazione delle Stazioni Appaltanti e CUC – ha osservato il vicepresidente – è un principio fondamentale della riforma del Codice dei Contratti, ma per l’Anci è di primaria importanza che, nella declinazione del criterio, si tenga conto dello sforzo già fatto dai Comuni non capoluogo che già dal 2015 hanno costituito Stazioni Uniche Appaltanti attraverso Unioni, Consorzi e Convenzioni per la gestione della gare d’appalto”.
Positive le valutazioni del Vicepresidente rispetto alla necessità di perseguire in maniera stabile la massima semplificazione della disciplina applicabile ai contratti pubblici di lavori, servizi e forniture di importo inferiore alle soglie comunitarie: “È una richiesta avanzata da tempo dall’Anci che ha trovato recepimento, in ultimo nel dl 77/2021, per un periodo transitorio, che invece è necessario adesso prevedere a regime” nonché della standardizzazione dei contratti di partenariato pubblico-privato per favorire la diffusione di buone pratiche e sostenere sia amministrazioni sia soggetti privati nella gestione di contratti complessi anche per garantire la corretta allocazione dei rischi. Anche la possibilità di ricorrere all’appalto integrato sulla base del progetto di fattibilità tecnico-economica “costituisce una forte semplificazione per gli enti locali sia rispetto alla celerità amministrativa che procedurale e va reso perseguibile ‘a regime’ e non solo in deroga per un periodo transitorio. Tale elemento – ha specificato il Sindaco – potrebbe essere esteso a tutte le gare, previa motivazione della Stazione Appaltante, a prescindere dalla provenienza dei fondi utilizzati”.
Infine, con riferimento ai metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale, Anci esprime un giudizio positivo rispetto alla previsione di meccanismi deflattivi del contenzioso anche in fase di esecuzione del contratto. “Una misura importante – ha concluso Pizzarotti – perché i Comuni non restino impantanati negli affidamenti di gare”. Tutto ciò chiosa il vicepresidente Anci dovrà tener conto del contesto di riferimento e della necessità di monitorare gli effetti della prevista riforma al fine di evitare il rallentato la realizzazione di opere pubbliche.
da anci.it