Appalti. Approvata dal Senato la legge delega (missione 1, componente 1, investimento 1.10)

Il Senato ha approvato il testo della delega sugli appalti pubblici. Ora tocca alla alla Camera, con l’obiettivo di approvare la riforma entro il 30 giugno e il codice entro il 31 marzo 2023. Tra i principali emendamenti approvati in Senato, ci sono:

  • la inderogabilità delle norme a tutela del lavoro, per la sicurezza e per il contrasto al lavoro illegale o irregolare;
  • le tutele per le piccole e microimprese con il divieto di accorpamento artificioso di lotti;
  • la previsione di un regolamento a capitoli scritto «in relazione alle diverse tipologie di contratto»;
  • il rafforzamento della qualificazione e della selezione delle stazioni appaltanti anche con percorsi di formazione ad hoc per le «centrali»;
  • l’introduzione dei criteri ambientali minimi (Cam) che possono essere valorizzati economicamente nelle procedure di affidamento, l’introduzione di un sistema di rendicontazione degli obiettivi energetico ambientali;
  • i contratti-tipo formulati da Anac per le opere in leasing e per i servizi di pubblica utilità resi in regime di concessione;
  • la revisione del sistema delle garanzie fideiussorie, «prevedendo in relazione alle garanzie dell’esecuzione dei contratti la possibilità di sostituire le stesse mediante l’effettuazione di una ritenuta di garanzia proporzionata all’importo del contratto in occasione del pagamento di ciascun Stato Avanzamento Lavori»
  • Rimane il mandato al Consiglio di Stato per la stesura del codice degli appalti e l’unica limitazione introdotta, più formale che sostanziale, è che il Consiglio di Stato «sarà tenuto» ad avvalersi di competenze esterne.

“Con l’approvazione ieri in Senato della legge delega sugli appalti e relative modifiche introdotte dalla Commissione Lavori Pubblici, diverse richieste avanzate unitariamente da Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil e sostenute dalle stesse Confederazioni sono state accolte, a tutela dei lavoratori delle costruzioni, della legalità e della qualificazione di impresa. Diamo atto al Parlamento e al Governo di questo positivo lavoro”. Così dichiarano in una nota i Segretari Generali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, Vito Panzarella, Enzo Pelle e Alessandro Genovesi.

“Nel testo è stata accolta una richiesta storica del sindacato delle costruzioni, cioè l’esclusione in ogni caso non solo dei costi per la sicurezza, ma anche dei costi della manodopera dalla possibilità di ribassi. Pur rimanendo alcuni punti aperti, è stato inserito il principio di inderogabilità delle misure a tutela del lavoro, della sicurezza, del contrasto al lavoro irregolare, della legalità e trasparenza, da cui dovranno discendere precisi obblighi come attualmente previsti, per esempio, dagli articoli 30 e 105 del codice vigente. Positivi anche i richiami all’accorpamento e alla riorganizzazione delle stazioni appaltanti, alla Banca Dati dei Contratti Pubblici, al fascicolo virtuale dell’operatore e relativi motivi di esclusione”.

“Positivo – continuano Panzarella, Pelle e Genovesi – è aver chiarito che è necessario garantire l’applicazione dei contratti collettivi nazionali e territoriali di settore, tenendo conto, in relazione all’oggetto dell’appalto e alle prestazioni da eseguire anche in maniera prevalente, che dovranno essere garantite le stesse tutele economiche e normative per i lavoratori in sub appalto rispetto ai dipendenti dell’appaltatore oltre che il contrasto al lavoro irregolare. Si tratta della conferma delle tutele positive attuate in materia di congruità (decreto ministeriale 143 del 2021 in attuazione della legge di semplificazioni del 2020) e con il recente decreto 77/2021”.

“Va nella direzione giusta anche aver indicato tra i criteri di qualificazione delle imprese l’adeguata attrezzatura tecnica e l’organico, nonché la previsione di meccanismi obbligatori di revisione dei prezzi al verificarsi di particolari condizioni non prevedibili al momento dell’offerta, come richiesto dal sindacato e dal recente avviso comune sottoscritto il 3marzo scorso con l’Ance e le Cooperative”.

“Ora – concludono Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil – occorre che la Camera renda tutte queste tutele obbligatorie in fase di gara, in coerenza con il principio di inderogabilità inserito nel testo del Senato. Ma soprattutto occorrerà presidiare la traduzione della legge delega nei decreti legislativi, in coerenza con il messaggio che il Parlamento consegna al Governo: servono regole chiare e semplici, serve giungere ad una sorta di Testo Unico sugli appalti senza stravolgere quanto consolidato in questi anni, si devono tenere sempre insieme semplificazione, qualità di impresa, tutele dei lavoratori”.

Positivo anche il commento della CNA: “Poche ma significative le modifiche apportate rispetto al testo originario promosso dal Governo, tra queste alcune proposte dalla CNA.

In particolare, è stata recepita la nostra sollecitazione rispetto a un più marcato riferimento alla necessità di coinvolgere in modo più incisivo le micro e piccole imprese. In tal senso, è stato opportunamente inserito un chiaro principio nella legge delega al fine di vietare gli accorpamenti artificiosi dei lotti da parte delle stazioni appaltanti. Divieto supportato dalla richiesta di suddividere i lotti in modo qualitativo e quantitativo a seconda dell’oggetto dell’appalto.

Positiva anche l’introduzione dell’obbligo di inserimento nei bandi di un regime obbligatorio di revisione dei prezzi, tema caldo di questi mesi, così da garantire dinamiche più fluide in caso di specifiche contingenze negative.

Apprezzabile anche la previsione di un’attività di monitoraggio dei processi di riorganizzazione delle stazioni appaltanti, che confidiamo sia indirizzata a contenere un automatismo che si è verificato in questi anni, ovvero che tale riorganizzazione generi una concentrazione del mercato, contraddicendo nei fatti il principio di tutela delle imprese di minori dimensioni.

Nel complesso, il disegno di legge muove sempre dal principio di aderenza alle direttive europee, le cui direttrici sono semplificazione e trasparenza: riduzione degli oneri, uso strategico degli appalti e, soprattutto, facilitazione all’accesso per le Pmi. Finalità che auspichiamo vengano perseguite con coerenza nella definizione degli strumenti attuativi che seguiranno all’approvazione della legge delega, così da non ripetere gli errori applicativi riscontrati con la disciplina introdotta nel 2016, che ha generato un apparato normativo così complesso da non consentire un’agevole applicazione delle procedure previste per gli appalti, e disatteso i principi cui si doveva ispirare”.

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