Approvata dal Senato, con 190 voti a favore, nessuno contrario e 23 astenuti, la riforma che prevede il terzo mandato per i sindaci dei Comuni fino a 5 mila abitanti. La riforma si attua dalle elezioni comunali del prossimo 12 giugno. La soluzione è prevista da un disegno di legge (mandato dei sindaci, controllo di gestione e inconferibilità di incarichi), già approvato dalla Camera, che ha ottenuto l’ok definitivo dell’aula di Palazzo Madama. La limitazione della possibilità di ricandidatura ai comuni fino a 5 mila abitanti non risponde alle proposte avanzate da ALI, largamente condivise dai sindaci e nei confronti svolti nell’ANCI.
Il disegno di legge approvato è fatto di tre articoli, che prevedono:
- 1: dispone l’inconferibilità di incarichi amministrativi di vertice negli enti di diritto privato in controllo pubblico in caso di condanna per reati contro la pubblica amministrazione.
- 2: esclude i comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti dalla platea di quelli che sono tenuti ad applicare il controllo di gestione.
- 3: dispone che i sindaci che abbiano svolto un numero di mandati consecutivi superiore al limite previsto non siano ricandidabili (l’incandidabilità è rilevabile dalla commissione elettorale, a differenza di quanto accade nel caso di ineleggibilità), ed eleva a tre il numero di mandati consecutivi consentiti ai sindaci dei comuni con meno di 5.000 abitanti. Il disegno di legge introduce pertanto una normativa differenziata per i piccoli comuni, mentre per quelli con un numero di abitanti pari o superiore a 5.000 abitanti continua a valere il limite dei due mandati consecutivi.