FESTIVAL DELLE CITTÀ, il punto sullo stato del potere giudiziario e la rappresentanza del CSM

Al terzo e ultimo giorno del Festival delle Città, l’attesissimo evento organizzato da ALI – Autonomie Locali Italiane, si apre il sipario su un dibattito delicato e, allo stesso tempo, molto sentito: quello sullo stato presente e futuro del potere giudiziario e del Consiglio Superiore della Magistratura.
A dialogare con Liana Milela, una lunga carriera come cronista giudiziaria e giornalista de La Repubblica, si affiancano David Ermini, vicepresidente del CSM ed Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani.

Il primo a prendere parola è Ermini, che traccia alcune linee guida da seguire, in relazione alle future decisioni del nuovo Governo in procinto di insediarsi: «Da parte mia, non c’è stupore per il risultato delle elezioni. Ora vedremo cosa accadrà in merito alle elezioni dei magistrati e come si comporterà il nuovo Governo nei confronti delle riforme Cartabia, che penso e spero vengano portate a compimento.
Il problema riguarda i magistrati, perché attualmente sono pochi: ecco dove dovrà intervenire con accuratezza il nuovo Governo, ampliando la pianta organica della magistratura.
Per quanto riguarda possibili interventi e modifiche alla Carta Costituzionale, bè, bisogna trattare l’argomento con estrema delicatezza e attenzione: per modificare la Costituzione non basta semplicemente modificare un articolo, perché così facendo si rischia di minare quel complesso equilibrio sulla quale la stessa si fonda, un equilibrio che solo alcuni dei costituzionalisti più fini riescono a vedere».

 

Le parole di Bianco su CSM e abuso d’ufficio lasciano spazio a poche interpretazioni, sottolineando come ci sia bisogno di lucidità e lungimiranza da parte del potere giudiziario di utilizzare gli strumenti a disposizione: «C’è il rischio di mettere l’intera magistratura sotto scacco, perché a destra ci sono diverse linee di veduta, da chi è fortemente contrario a questo assetto, quasi per partito preso, nonché alcune frange addirittura inclini alla violenza e all’aggressione verbale. Tuttavia, esistono garanzie importanti, su tutte la Costituzione, che resta a oggi una Carta di un’attualità straordinaria, salda nel rispetto degli equilibri dei poteri dello Stato. Una seconda garanzia è la figura del presidente Mattarella, anche capo del CSM, garante dotato di un’eccezionale attenzione su questi aspetti.
Il modo peggiore di negare l’autonomia della Costituzione è quello di negare le riforme, ma va sempre difeso il principio della libertà costituzionale.
Un tema molto delicato è quello dell’abuso di ufficio rivolto agli amministratori locali: nel 97% dei casi si avvia un’azione penale che si chiude con un nulla di fatto già nella fase preliminare; se esiste un reato, allora il colpevole deve pagare duramente, ma con questi dati, svolgere il lavoro di sindaco diventa problematico, perché il rischio in questo senso è troppo alto».

Anche Ermini si espone sul tema dell’abuso di potere, sfiorandone poi un altro altrettanto delicato: quello della presunzione di innocenza: «Sull’abuso di potere non c’è e alcun problema in merito allo svolgimento delle indagini e gli interrogatori stessi dovrebbero essere anche una garanzia per l’accusato. Tuttavia, non so cosa accadrà, perché quello della giustizia è un tema che durante la recente campagna elettorale non è stato proprio toccato. In questo senso, bisognerà attendere le nuove proposte di legge.
Sulla questione della presunzione di innocenza, è necessario che venga mantenuto un equilibrio tra la funzione del magistrato e il lavoro svolto da chi fa informazione, specialmente nel modo in cui vengono riportate le notizie…

Prima che il dibattito giunga a conclusione, Bianco rivolge la propria attenzione sulla legge Severino: «Noi non chiediamo l’abolizione della legge Severino, ma esistono dei punti che vanno approfonditi, come la sospensione degli amministratori locali dopo la condanna di primo grado. Noi abbiamo diverse proposte da proporre…»

Ma il tema di chiusura resta quello delle nomine del CSM. Così Ermini: «In riferimento al CSM, sono sicuro che non verrà cambiato il numero dei magistrati, anch’esso deciso dai costituenti nel rispetto di un certo equilibrio. Il pluralismo deve essere rappresentato in maniera proporzionale e il CSM non è un parlamentino, non deve esserci un rapporto di fiducia tra il magistrato e chi lo ha eletto»; seguito da Bianco, sulla spinta di un cauto ottimismo: «Mi auguro che non vengano prese iniziative non consone. Voglio sperare che prevarrà un forte senso di rispetto per i valori della Costituzione».

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