Nell’anno educativo 2021/2022 sono attivi 13.518 nidi e servizi integrativi per la prima infanzia e sono autorizzati oltre 350mila posti (48,8% dei quali a titolarità pubblica).
A causa del calo delle nascite (dunque dei potenziali utenti dei servizi), si riduce gradualmente il gap fra bambini e posti nei nidi, la frequenza si avvicina al target europeo fissato per il 2010 (33%) ma resta ampia la distanza rispetto al target fissato dall’Unione europea per il 2030 (45%).
La spesa impegnata dai Comuni nel 2021 per i servizi all’infanzia ammonta a un miliardo 569 milioni di euro (+16,9%), di cui il 16,7% rimborsata dalle rette pagate dalle famiglie (263 milioni di euro).
In ripresa dopo la pandemia l’offerta dei nidi (+1.780 posti), ma le richieste di iscrizione sono in gran parte insoddisfatte, soprattutto al Mezzogiorno (66,4% nel pubblico, 48,7% nel privato).
Nell’accessibilità al servizio penalizzate le famiglie più povere, sia per i costi delle rette, sia per la carenza di nidi in diverse aree del Paese.
da istat.it