L’Italia vive di turismo, settore che rappresenta il 13% del Pil, muove oltre 230 miliardi di euro e occupa circa 3 milioni di italiani tra occupati e indotto. Un’ industria che si articola in molteplici filiere e che rischia di perdere il 100% del Pil se non si definisce al più presto una strategia per ricominciare. Gli imprenditori del settore chiedono che l’Europa adotti un protocollo europeo contro il Covid-19, con misure sanitarie e regole comuni per tutte le attività, dal turismo alla manifattura, anche per garantire la concorrenza. Il primo passo verso questa direzione, dopo le prime dichiarazioni della Presidente Ue che avevano allarmato i professionisti del settore, è arrivato con la raod map della Commisione europea diretta ad eliminare gradualmente le misure di contenimento dovute alla diffusione del Covid-19. Una strategia per allentare gradualmente il lockdown in modo coordinato tra tutti gli Stati membri. In Italia la task force guidata da Vittorio Colao è al lavoro per la c.d. fase 2 e per l’individuazione di istruzioni che garantiranno di lavorare in sicurezza e far ripartire il sistema economico. Il settore turistico è in attesa di conoscere le nuove modalità di lavoro: dalle regole con cui si dovrà operare alle modalità con cui si potranno accogliere gli ospiti in condizioni di sicurezza. Intanto gli operatori del settore si stanno già muovendo: hanno avanzato proposte al Governo e in tutte le Regioni sono nati gruppi di lavoro per confrontarsi e adeguare i servizi e l’organizzazione alle indicazioni dell’OMS sulle procedure da adottare nelle strutture alberghiere. Tra le proposte quella di offrire un bonus di 250 euro ad ogni italiano che trascorra un soggiorno in un hotel italiano. Il DL Liquidità ha sospeso Iva, ritenute fiscali e contributive fino a maggio 2020, ma gli operatori del turismo chiedono uno stralcio totale, misura necessaria considerato che oltre il 50% della domanda viene dall’estero e che la crisi unita al blocco dei voli renderà ancora più difficile ripartire. È infatti presumibile che quest’anno si privilegeranno viaggi brevi e di prossimità.
I PIANI DEGLI OPERATORI E LE PROPOSTE DEI COMUNI IN ATTESA DELLE INDICAZIONI STATALI
- In Veneto gli operatori del settore hanno iniziato a definire misure per la ripartenza nelle spiagge: maggiore distanza tra un ombrellone- dai 12 metri quadrati che il bagnante aveva a disposizione agli oltre 25 – e sanificazione delle attrezzature, delle piste di accesso e uscita delle spiagge, degli spazi comuni come aree gioco e servizi igienici.
- Il Sindaco di Jesolo ha proposto alle associazioni di categoria di utilizzare la tecnologia per garantire l’accesso sull’arenile e il distanziamento sociale, sia per gli ospiti stanziali che pendolari. L’idea è quella di un APP per prenotare i posti in spiaggia, sia nei tratti in concessione che in quelli liberi che potrebbero essere appositamente attrezzati per garantire il controllo e il rispetto delle misure. In tal modo si assicurerebbe la sicurezza sanitaria.
- Il Sindaco d Rimini sottolinea che il turismo è un’industria, pertanto è necessario adeguare l’offerta al cambiamento della domanda che ha prodotto la diffusione del Coronavirus. In pratica l’attenzione deve essere sull’innovazione del prodotto, ossia sulla ristrutturazione delle strutture ricettive che devono adeguarsi all’emergenza. Rimodulazione dei servizi con il food delivery e nelle spiagge, aumento degli standard di salute ed igiene per arrivare a dei veri e propri Health safety hotel.
- In Sardegna i rappresentanti della filiera turistica sarda stanno mettendo a punto il progetto “Sardegna Isola Sicura”. Obiettivo è individuare a partire dai protocolli dell’Oms nuovi standard di servizio che consentano ai turisti di trascorrere una vacanza in Sardegna, attivando una serie di best practice che anticipino, armonizzino e consolidino le eventuali direttive nazionali sulla fase 2. Si tratta di garantire la sicurezza ai turisti, agli operatori e agli stessi abitanti.
MISURE ALLO STUDIO PER IL TURISMO NEL DECRETO DI APRILE
Il governo sta mettendo a punto misure ad hoc per il settore, con l’ausilio di esperti, comitato scientifico, ministeri coinvolti e Protezione civile. Le Regioni hanno chiesto il ‘bonus vacanze’, con un abbattimento fiscale destinato al sostegno del turismo interno. Allo studio anche la tassa di soggiorno da trasferire alle imprese turistiche, un credito fiscale per i locatari, ma anche forme di finanziamento a fondo perduto in conto capitale e abbattimento totale dell’Imu per il 2020, con percentuali di esborso decrescenti nel biennio 21-22. Si valutano anche eventuali iniziative già avviate dalle regioni in favore di soggiorni in strutture alberghiere, campeggi, stabilimenti balneari e termali. Serve, inoltre, chiarezza di fronte alla molteplici ordinanze regionali: una ordinanza nazionale valida per tutte le località balneari che eviti che Comuni e Regioni agiscano in modo differenziato. I Comuni balneari hanno bisogno di regole certe e omogenee che consentano la riapertura delle spiagge in vista dell’estate.