“Il primo pensiero che vorrei condividere riguarda la nostra responsabilità nazionale, il principale dovere a cui siamo chiamati tutti, io per primo”.
È questo uno dei primi passaggi del discorso del premier Mario Draghi al Senato in cui invita le forze politiche all’unità e ribadisce come sia “nostro dovere” ora “combattere con ogni mezzo la pandemia e salvaguardare le vite dei cittadini: una trincea dove combattiamo tutti insieme, il virus è nemico di tutti” dichiara.
Questi gli estratti dal testo dell’intervento del premier che pubblichiamo.
IL VIRUS E LA CRISI ECONOMICA – Draghi si rivolge prima di tutti a “coloro che soffrono per la crisi economica” scatenata dalla pandemia. “Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni”, assicura. “Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole”, osserva. “Un esecutivo come quello che ho l’onore di presiedere, specialmente in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, è semplicemente il governo del Paese. Non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca. Riassume la volontà, la consapevolezza, il senso di responsabilità delle forze politiche che lo sostengono alle quali è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti”. “Questo è lo spirito repubblicano di un governo che nasce in una situazione di emergenza raccogliendo l’alta indicazione del capo dello Stato”, sottolinea il premier. “La crescita di un’economia di un Paese non scaturisce solo da fattori economici. Dipende dalle istituzioni, dalla fiducia dei cittadini verso di esse, dalla condivisione di valori e di speranze. Gli stessi fattori determinano il progresso di un Paese”. Draghi parla di un “nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione” tra le forze politiche e ringrazia il suo predecessore Giuseppe Conte per il lavoro fatto. La pandemia “ha finora ha colpito soprattutto giovani e donne, una disoccupazione selettiva ma che presto potrebbe iniziare a colpire anche i lavoratori con contratti a tempo indeterminato”.
LA NUOVA RICOSTRUZIONE – “Oggi abbiamo, come accadde ai governi dell’immediato dopoguerra, la possibilità o meglio la responsabilità, di avviare una Nuova Ricostruzione” attraverso “la fiducia reciproca, nella fratellanza nazionale, nel perseguimento di un riscatto civico e morale”, incalza Draghi. “A quella ricostruzione collaborarono forze politiche ideologicamente lontane se non contrapposte. Sono certo che anche a questa nuova ricostruzione nessuno farà mancare, nella distinzione di ruoli e identità, il proprio apporto”.
POLITICA ESTERA – “Questo governo nasce nel solco dell’appartenenza del nostro Paese, come socio fondatore, all’Unione europea e come protagonista dell’Alleanza Atlantica”. “Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro” e la “prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa”. “Questo governo sarà convintamente europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell’Italia: Ue, Alleanza Atlantica, Nazioni Unite”. Draghi punta quindi a rafforzare il rapporto strategico e imprescindibile con Francia e Germania e a intensificare la collaborazione con la “nuova Amministrazione USA”. “L’Italia si adopererà per alimentare meccanismi di dialogo con la Federazione Russa”, mentre dichiara di seguire “con preoccupazione ciò che sta accadendo” in Russia e “in altri paesi dove i diritti dei cittadini sono spesso violati”, “anche l’aumento delle tensioni in Asia intorno alla Cina”.
ORGOGLIO NAZIONALE E UNITA’– “Nell’appartenenza convinta al destino dell’Europa siamo ancora più italiani”. Dobbiamo essere “orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell’Unione europea. Senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma, fuori dall’Europa c’è meno Italia. Non c’è sovranità nella solitudine”. “Dobbiamo essere più orgogliosi, più giusti e più generosi nei confronti del nostro Paese. E riconoscere i tanti primati, la profonda ricchezza del nostro capitale sociale, del nostro volontariato, che altri ci invidiano”. Draghi chiede quindi “il sostegno convinto del Parlamento”. Un sostegno “che non poggia su alchimie politiche ma sullo spirito di sacrificio, sul vibrante desiderio di rinascere, di tornare più forti e sull’entusiasmo dei giovani che vogliono un paese capace di realizzare i loro sogni. Oggi, l’unità non è un’opzione, ma un dovere. Un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”.
LA SCUOLA – Il Covid “ha provocato ferite profonde” anche sul piano “culturale ed educativo”. Le ragazze e i ragazzi hanno avuto il servizio scolastico attraverso la Didattica a Distanza che, “pur garantendo la continuità del servizio, non può non creare disagi ed evidenziare diseguaglianze”. Si deve “tornare rapidamente a un orario scolastico normale”, e si devono “recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà”. Ma “il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza”. È necessario investire nella formazione del personale docente per allineare l’offerta educativa alla domanda delle nuove generazioni” e “particolare attenzione va riservata agli ITIS (istituti tecnici)”. “Senza innovare l’attuale organizzazione di queste scuole rischiamo di sprecare le risorse” ad esse destinate.
I VACCINI – Per “il piano di vaccinazione” vanno mobilitate “tutte le energie” dalla protezione civile, alle forze armate, ai volontari. E le vaccinazioni vanno fatte “in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private”. La “prima sfida” è ottenere le dosi sufficienti, e poi “distribuire” il vaccino “rapidamente ed efficientemente”. “Nostro dovere è combattere con ogni mezzo la pandemia e salvaguardare le vite dei cittadini: una trincea dove combattiamo tutti insieme, il virus è nemico di tutti”.
L’AMBIENTE – Il “riscaldamento del pianeta ha effetti diretti sulle nostre vite e sulla salute, dall’inquinamento, alla fragilità idrogeologica, all’innalzamento del livello dei mari che potrebbe rendere ampie zone di alcune città litoranee non più abitabili”. Proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale, richiede un approccio nuovo: digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori, biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l’ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane”.
IL LAVORO – “Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce”. “Il governo dovrà proteggere tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi”. “Centrali sono le politiche attive del lavoro. Affinché esse siano immediatamente operative è necessario migliorare gli strumenti esistenti, come l’assegno di riallocazione, rafforzando le politiche di formazione dei lavoratori occupati e disoccupati. Vanno anche rafforzate le dotazioni di personale e digitali dei centri per l’impiego in accordo con le regioni. Questo progetto è già parte del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza ma andrà anticipato da subito”. “La risposta della politica economica al cambiamento climatico e alla pandemia dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l’innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l’accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create”.
LE DONNE – Uno dei passaggi dell’intervento più applauditi, soprattutto dalle senatrici, riguarda le donne: “L’Italia presenta oggi uno dei peggiori gap salariali tra generi in Europa, oltre una cronica scarsità di donne in posizioni manageriali di rilievo. Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in questo senso, puntando a un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro”.
IL TURISMO – “Alcuni modelli di crescita dovranno cambiare” come il turismo, “attività che prima della pandemia rappresentava il 14% del totale delle nostre attività economiche. Imprese e lavoratori in quel settore vanno aiutati ad uscire dal disastro creato dalla pandemia. Ma senza scordare che il nostro turismo avrà un futuro se non dimentichiamo che esso vive della nostra capacità di preservare città d’arte, luoghi e tradizioni”.
INFRASTRUTTURE – “Occorre investire sulla preparazione tecnica, legale ed economica dei funzionari pubblici per permettere alle amministrazioni di poter pianificare, progettare e accelerare gli investimenti con certezza di tempi, costi e in piena compatibilità con gli indirizzi di sostenibilità e crescita indicati nel Programma nazionale di Ripresa e Resilienza”. “Il settore privato deve essere invitato a partecipare alla realizzazione degli investimenti pubblici apportando più che finanza, competenza, efficienza e innovazione”.
RECOVERY FUND – “La strategia per i progetti del Next Generation EU non può che essere trasversale e sinergica” con la “capacità di impattare simultaneamente più settori, in maniera coordinata. Dovremo imparare a prevenire piuttosto che a riparare” non solo dispiegando tutte le tecnologie a nostra disposizione ma anche investendo sulla consapevolezza delle nuove generazioni che “ogni azione ha una conseguenza”. La “quota di prestiti aggiuntivi che richiederemo tramite la principale componente del programma, lo Strumento per la ripresa e resilienza, dovrà essere modulata in base agli obiettivi di finanza pubblica”. “Vi sono poi strumenti specifici” per il Mezzogiorno “quali il credito d’imposta e altri interventi da concordare in sede europea”. “Per riuscire a spendere bene, utilizzando gli investimenti dedicati dal Next Generation EU, occorre irrobustire le amministrazioni meridionali”. “La governance del Programma di ripresa e resilienza è incardinata nel Ministero dell’Economia e Finanza con la strettissima collaborazione dei Ministeri competenti che definiscono le politiche e i progetti di settore. Il Parlamento verrà costantemente informato sia sull’impianto complessivo, sia sulle politiche di settore”. “Il precedente Governo ha già svolto una grande mole di lavoro sul Programma di ripresa e resilienza. Dobbiamo approfondire e completare quel lavoro che, includendo le necessarie interlocuzioni con la Commissione Europea, avrebbe una scadenza molto ravvicinata, la fine di aprile”. “Le missioni del programma potranno essere rimodulate e riaccorpate, ma resteranno quelle enunciate nei precedenti documenti del Governo uscente”.
FISCO – “Non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta. Un intervento complessivo rende anche più difficile che specifici gruppi di pressione riescano a spingere il governo ad adottare misure scritte per avvantaggiarli”. “Va studiata una revisione profonda dell’Irpef con il duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo, riducendo gradualmente il carico fiscale e preservando la progressività. Funzionale al perseguimento di questi ambiziosi obiettivi sarà anche un rinnovato e rafforzato impegno nell’azione di contrasto all’evasione fiscale”. “Le riforme della tassazione dovrebbero essere affidate a esperti, che conoscono bene cosa può accadere se si cambia un’imposta”.
LA GIUSTIZIA – La Commissione Ue “ci esorta ad aumentare l’efficienza del sistema giudiziario civile, attuando e favorendo l’applicazione dei decreti di riforma in materia di insolvenza, garantendo un funzionamento più efficiente dei tribunali, favorendo lo smaltimento dell’arretrato e una migliore gestione dei carichi di lavoro, adottando norme procedurali più semplici, coprendo i posti vacanti del personale amministrativo, riducendo le differenze che sussistono nella gestione dei casi da tribunale a tribunale e infine favorendo la repressione della corruzione”.
LA RIFORMA DELLA P.A. – “L’altra riforma che non si può procrastinare è quella della P.A.” che “dovrà muoversi su due direttive: investimenti in connettività con la realizzazione di piattaforme efficienti e di facile utilizzo da parte dei cittadini; aggiornamento continuo delle competenze dei dipendenti pubblici selezionando le migliori competenze e attitudini in modo rapido, efficiente e sicuro, senza costringere a lunghe attese migliaia di candidati”.
I MIGRANTI – “Altra sfida sarà il negoziato sul nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo, nel quale perseguiremo un deciso rafforzamento dell’equilibrio tra responsabilità dei Paesi di primo ingresso e solidarietà effettiva. Cruciale sarà anche la costruzione di una politica europea dei rimpatri dei non aventi diritto alla protezione internazionale, accanto al pieno rispetto dei diritti dei rifugiati”. da ansa.it