L’audizione sulle linee programmatiche del Ministero della Transizione ecologica è stata resa dal Ministro Stefano Cingolani alle commissioni congiunte Ambiente e Industria dei due rami del Parlamento: un dato che rispecchia il riconoscimento introdotto con il decreto-legge del 1° marzo 2021 sul riordino delle attribuzioni dei ministeri, oggi all’esame delle Camere.
Tre i focus sui quali sarà articolata l’azione del Ministero, come si legge nel testo dell’intervento del Ministro che pubblichiamo, la tutela della natura, del territorio e del mare, la transizione ecologica, l’interdipendenza della sfida climatica e di quella energetica. “La nuova missione del ministero è una missione che integra e permea gli aspetti di protezione ambientale nella prospettiva dello sviluppo sostenibile e della transizione ecologica” – dichiara Cingolani.
I nuovi ambiti di intervento del Ministero in ambito energetico riguarderanno:
- la competenza sull’autorizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili di competenza statale, anche ubicati in mare, di sicurezza nucleare e di disciplina dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché la competenza in materia di agro-energie;
- la competenza sui piani e sulle misure in materia di combustibili alternativi e delle relative reti e strutture di distribuzione per la ricarica dei veicoli elettrici, sulla qualità dell’aria, sulle politiche di contrasto dei cambiamenti climatici e per la finanza climatica e sostenibile e il risparmio ambientale, anche attraverso tecnologie per la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra;
- i compiti di pianificazione in materia di emissioni nei diversi settori dell’attività economica, compreso il settore dei trasporti.
Saranno tre i dipartimenti del Ministero ad assicurare la gestione funzionale.
Il decreto legge di riordino prevede inoltre, come ha spiegato Cingolani, che l’ENEA sia sottoposto alla vigilanza del ministero della Transizione ecologica e che nell’ambito delle nuove competenze rientrino quelle afferenti alla Sogin. E ancora, compete al ministro della Transizione ecologica l’esercizio dei diritti di azionista già esercitati dal ministero dello Sviluppo economico nei confronti del Gse.
Sempre il decreto-legge istituisce, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica con il compito di coordinare le politiche nazionali per la transizione e la relativa programmazione.
Il ministro si è poi soffermato sulla “transizione burocratica”, al servizio della transizione ecologica, sul “dibattito pubblico”, ovvero sugli strumenti di consultazione pubblica per la velocizzazione degli iter realizzativi, sull’“idealità e concretezza per una corsia preferenziale che realizzi i progetti del PNRR” sul modello del ponte San Giorgio di Genova, “esempio di governance virtuosa”. Naturalmente l’azione del ministero sarà costantemente improntata sul confronto con il Parlamento e le commissioni parlamentari.
Cingolani ha poi fatto un excursus sulle principali iniziative del Ministero: dal potenziamento delle risorse umane alla dotazione tecnologica, dalla tutela del patrimonio naturalistico all’economia circolare ai rifiuti radioattivi, dalle autorizzazioni per l’Ilva alle bonifiche all’attuazione del Piano nazionale integrale energia e clima a molte altre.
Tra gli impegni internazionali, il G20, la Cop26, il negoziato internazionale sulla legge europea sul clima, il recepimento delle direttive e indicazioni Ue in materia energetica, di mobilità sostenibile e relativamente all’idrogeno. Per quanto riguarda le rinnovabili, è stata sottolineata l’importanza di definire il decreto, atteso da anni, sugli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (il cosiddetto “Fer2”) e di estendere la durata temporale del “Fer1” per consentire nuove procedure di asta o registro anche dopo il settembre di quest’anno. da minambiente.it