Festival delle Città, L’Italia veloce. Ricci apre la prima giornata con Di Maio e Brunetta: «Chi frena le riforme rallenta il Paese, chi crede nella democrazia deve accelerare»

Prima giornata del Festival delle Città, a Roma: al centro della terza edizione organizzata da Ali (Autonomie Locali Italiane) il tema della velocità e della semplificazione. «Con le regole attuali – spiega il sindaco di Pesaro e presidente Ali Matteo Ricci, incalzato dal giornalista Paolo Del Debbio –  l’Italia non riuscirà a cogliere le occasioni che arrivano del PNRR. Chi vuol bene alle regole le deve riformare. Proponiamo un cambio culturale, basta penalizzare le persone oneste: la criminalità sguazza nelle leggi ferraginose. Abbiamo i minuti contati, ogni freno che diamo alle riforme è un’opportunità in meno per il Paese». Chi crede nella democrazia deve accelerare, «Con questo Festival – continua Ricci – vogliamo lanciare un allarme molto chiaro: se perdiamo queste importanti occasioni non è solo un problema dei comuni, ma di tutto il Paese». L’Italia veloce, «un tema che deve essere al centro dell’agenda del Governo», perché per fare un esempio, «con le regole attuali per fare un’opera da un milione di euro ci vogliono 5 anni. Chi crede nella democrazia deve accelerare, in questo momento in Italia c’è fermento e voglia di crescita, occorre essere veloci per sostenere la crescita e la produzione». Durante l’anteprima del Festival delle Città, Ricci interviene anche sulla PA: «Brunetta è un interlocutore importante. Lo smart working è un sistema di lavoro dal quale non si tornerà indietro, ma non può sostituire il lavoro in presenza. Ma la realtà è che la produttività non è aumentata».

Ottobre sarà il mese delle elezioni: «Locali, sì. Ma ripercussioni politiche si avranno a livello nazionale e il quadro politico potrebbe modificarsi. Sono convinto che il Governo rimarrà, ma siamo in una fase delicata. Dopo le amministrative si aprirà il dibattito sulle elezioni del Presidente della Repubblica». Prima di chiudere, una battuta sul caso Morisi: «Sono stato anche io vittima della Bestia. So cosa succede: dall’odio social si passa all’odio reale. Lo scorso anno, dopo esser stato preda della Bestia mi sono arrivate minacce di morte. Il moralismo è l’ultima spiaggia. Questa vicenda mette in evidenza il livello pessimo di una politica, che comincia a stancare le persone».

 

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