Matteo Ricci: “Il Governo aiuti i Comuni nella gestione dell’accoglienza e ricostruzione”

Tra le proposte del dibattito conclusivo, quella legata al PNRR: “convertire la parte a debito per affrontare l’emergenza energetica”

La guerra in Ucraina, la gestione dell’accoglienza e il sogno degli Stati Uniti d’Europa. Questi gli argomenti al centro del dibattito conclusivo dell’Assemblea Nazionale di Ali, che insieme al presidente di Autonomie Locali Italiane Matteo Ricci ha visto protagonisti il Ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

«Il Governo ci aiuti nell’operazione “Comune adotta Comune” e istituisca un fondo speciale da dare subito ai Comuni, per le famiglie che accolgono i profughi. Lo scopo – ha ricordato Ricci – è quello di costruire un legame, che va dalla gestione dell’emergenza e accoglienza alla ricostruzione».

L’80% dei profughi ucraini trova rifugio nelle famiglie, per questo occorrono sostegni immediati ai Comuni, che poi si occuperanno di distribuirle alle famiglie». Come? «Le Amministrazioni conoscono i territori. Negli anni abbiamo costruito criteri per individuare le esigenze delle famiglie. Chi ospita i profughi ucraini potrà fare richiesta dei fondi con l’autocertificazione. Un modello che funziona, portato avanti dal Comune di Pesaro per la distribuzione dei buoni spesa». Occorrono dei fondi da spendere subito, lo ha ricordato anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, elencando alcuni dei costi che graveranno sulle casse comunali: la mensa scolastica costa 155 euro/mese, l’assistenza scolastica per un ragazzo disabile 660-750 euro/mese, l’assistenza domiciliare (5 ore/sett) 500 euro/mese, l’inserimento di un disabile in una struttura dedicata (Centro Diurno Disabili, per la sola quota comunale) 1.000 euro/mese, l’asilo nido costa al comune 1.000 euro/mese, la scuola per l’infanzia: 300 euro/mese.  Poche ore fa la buona notizia dal Parlamento UE, che ha sbloccato i fondi di emergenza per i rifugiati: «Su 4 miliardi stanziati, qualche centinaio di milioni può arrivare all’Italia. Usiamoli per l’accoglienza – ha esortato Ricci -, seguiamo l’esempio della Regione Lazio che la prossima settimana sbloccherà ufficialmente una parte di risorse previste per il FSE, destinandole all’emergenza Ucraina».

Poi sul PNRR Ricci afferma, «Va fatto un ragionamento pragmatico. Forse non riusciremo a spendere tutte queste risorse. C’è una parte a fondo perduto e una parte a debito. Su quella a fondo perduto non possiamo perdere un euro, sarebbe un peccato mortale. Convertire o chiedere di convertire la parte a debito per affrontare l’emergenza energetica potrebbe essere un ragionamento di buon senso italiano ed europeo. Non possiamo pensare di correre e poi vedere che una parte comunque non la spendiamo, dobbiamo essere realistici».

Infine la gestione della guerra e la spesa legata alle armi, il commento di Ricci: «Siamo fortemente orientati alla spesa sociale e non a quella militare. È curioso che a porre la questione dell’invio delle armi siano leader politici che per anni hanno invitato gli italiani ad armarsi per difendersi contro chi entrava in casa». Poi continua: «il sogno sono gli Stati uniti d’Europa come risposta alla fase che stiamo vivendo. Credo che la risposta a questa fase è un’Europa più politica, che tolga nei prossimi trattati il diritto di veto e l’unanimità delle decisioni, che è stato un grande freno per le riforme e una grande forza per i governi a trazione sovranista, che non hanno mai voluto un’Ue federale ma intergovernativa. E credo che questo sia il momento di rilanciare un grande progetto politico, gli Stati uniti d’Europa».

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