“La crisi economica innescata dalla pandemia non ha colpito tutti allo stesso modo. I dati Istat sull’occupazione dello scorso dicembre sono stati un colpo terribile: su 101 mila posti di lavoro perso 99 mila erano occupati da donne. Oggi l’Osservatorio ‘Ipazia’ dell’Università La Sapienza di Roma ha comunicato che c’è stato un freno importante della crescita delle imprese ‘femminili’ che, negli ultimi 5 anni, procedeva ad un ritmo molto più intenso delle realtà produttive guidate dagli uomini: tra aprile e giugno 2020, le iscrizioni di nuove aziende con titolari donne sono calate di 10.678 unità rispetto allo stesso periodo del 2019, ossia 42,3% a fronte di un calo del 35,2% delle attività maschili.
La verità, come ha detto ieri Draghi in conferenza stampa, è che la pandemia ha reso chiare, molto più di prima, quelle che erano le nostre debolezze: parità di genere, lavoro femminile, scuola, istruzione, infrastrutture. Bene dunque l’impegno del Governo di orientare il Pnrr a colmare proprio queste gravi debolezze, infrastrutturali, culturali, sociali ed economiche, campi fondamentali se vogliamo portare il nostro Paese a crescere e renderlo competitivo, e soprattutto se vogliamo davvero dare un futuro ai nostri figli nel nostro Paese e tutelare le donne”. Lo dichiara Andrea Catizone, direttrice del Dipartimento Pari Opportunità di ALI.