A CASA TUTTI BENE di Gabriele Muccino

Ritrovarsi tutti insieme in una casa, in una convivenza forzata. Ai tempi della pandemia chiamata Covid-19 risulta essere una condizione straordinaria dettata dalle necessità contingenti. Nel tempo della normalità situazioni del genere, comunque, possono essere vissute a causa di fattori, perlopiù esterni, che ti obbligano a vivere con limitate condizioni di libertà.

“A casa tutti bene” di Gabriele Muccino, è il primo film italiano dopo il ritorno dall’esperienza statunitense del regista romano. Un lungometraggio che, visto nella contingenza odierna condizionata da una emergenza che ci obbliga a stare a casa più tempo possibile, fa pensare. Il cast è composto dagli attori italiani che Muccino ha lanciato, e che ha amato per primo, portandoli alla ribalta del grande schermo nazionale ed internazionale: Pierfrancesco Favino su tutti.

Una borghese famiglia italiana che si ritrova a fare i conti con le proprie contraddizioni, le ipocrisie e i propri sentimenti come paure e gelosie. Per chi lo ha già visto, rivederlo oggi, ai tempi della quarantena del Coronavirus, potrebbe suscitare sensazioni diverse da quelle avvertite in platea davanti al grande schermo, in tempo di pace. Per chi, invece, lo vedrà per la prima volta, farlo durante questi giorni complicati, potrà trovarne il fascino della analogia di contesto.

A CASA? GUARDO UN FILM. GUARDO ‘A CASA TUTTI BENE’

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